Editoriali
Ci sono ancora troppe cautele contro la Russia
Mentre Mosca bombarda Kyiv, la Casa Bianca si preoccupa dell'aumento del prezzo del petrolio. Lo scoop del Financial Times
Ieri è stata una brutta giornata per l’Ucraina. Il paese è stato colpito dal più vasto attacco delle ultime settimane, un’ondata di missili e droni che ha danneggiato importanti infrastrutture energetiche e causato diverse vittime. E per una casualità temporale significativa, mentre l’attacco avveniva, il Financial times ha pubblicato la notizia secondo la quale Washington avrebbe esortato i servizi di sicurezza ucraini a fermare gli attacchi con i droni alle infrastrutture petrolifere della Russia, perché il loro danneggiamento rischierebbe di far salire i prezzi globali del petrolio e provocare delle ritorsioni contro le infrastrutture che servono il mercato occidentale, come l’oleodotto che trasporta il petrolio del Kazakistan attraverso il territorio russo per esportarlo dai terminal sul Mar Nero.
Da gennaio a oggi i prezzi di Brent e Wti sono cresciuti del 15 per cento e l’America teme un aumento eccessivo del costo dei carburanti sul mercato statunitense, che farebbe salire l’inflazione durante la difficile campagna elettorale di Joe Biden. Deve essere molto sconfortante per Kyiv prendere atto che di fronte al continuo ripetersi di violenze e distruzioni come quelle di ieri la preoccupazione della Casa Bianca sia l’aumento del prezzo alla pompa che in America dall’inizio dell’anno è salito da 3,2 a 3,5 dollari per un gallone di benzina (l’equivalente di 3,7 litri). “Le raffinerie di petrolio nel territorio russo sono obiettivi militari legittimi”, ha commentato la vicepremier ucraina Olha Stefanishyna, ma le parole più adatte a chiosare la giornata di ieri sono quelle pronunciate qualche giorno fa dal noto filosofo sloveno Slavoj Žižek: “La Russia è uno stato imperialista ed espansionista, e più a lungo lo tollereremo più orribile sarà lo scontro finale”, ha detto al canale YouTube di Piers Morgan. “L’occidente deve fermare questo gioco ambiguo in cui cerca di sostenere l'Ucraina, ma non troppo, per non infastidire eccessivamente la Russia, e per non danneggiare troppo il nostro tenore di vita”.