editoriali
Keir Starmer elogia il riformismo di Thatcher e Blair. Obiettivo: vincere al centro
Il leader laburista punta a conquistare il voto conservatore. Riabilitare i grandi riformatori degli ultimi decenni potrebbe alienargli l’ala più a sinistra del Labour. Ma lui si mostra coraggioso e riformista
La prima volta che il leader del Labour britannico, Keir Starmer, ha elogiato Margaret Thatcher, i commentatori si sono segnati la data: era il 3 dicembre dello scorso anno, Starmer scrisse sul Sunday Telegraph, un giornale conservatore, che ammirava l’ex premier conservatrice per “il cambiamento sostanziale” che aveva portato al Regno. L’obiettivo del leader laburista, che è in grande vantaggio nei sondaggi (si vota a maggio alle amministrative, ma entro l’anno si voterà anche alle politiche) è quello di convincere gli elettori dei Tory a votare per il Labour. Da dicembre, la Thatcher è stata citata più volte, sempre nel senso di una che ha cambiato il paese (non è un endorsement assoluto ovviamente), tanto che da qualche settimana si chiacchiera del “momento Lady di ferro” di Starmer.
Più di recente anche altri esponenti del partito hanno citato lo spirito riformatore della Thatcher declinandolo su obiettivi più precisi: riconquistare il cosiddetto “red wall”, la fascia di elettori swing che stanno nel nord dell’Inghilterra e che nel 2019 erano passati in massa con i Tory, colorando il “muro” di blu e dando ai conservatori la maggioranza che ancora oggi hanno, tre premier dopo quello che vinse allora: Boris Johnson. Starmer ha anche riportato sul palco assieme a sé e quindi nella retina degli elettori Tony Blair, il premier laburista di grande successo (nel 1997 fece quel che Starmer si augura per sé quest’anno: convincere i Tory a votare Labour) ma anche detestato dentro al partito tanto da aver cercato di cancellarlo dalla memoria recente del Labour.
Il calcolo di Starmer è rischioso: con il vantaggio che gli danno le rilevazioni potrebbe cercare di sfruttare il vento alle spalle. Riabilitare i grandi riformatori degli ultimi decenni potrebbe alienargli l’ala più a sinistra del Labour. Ma è coraggioso e pure raro che un leader di sinistra, oggi, per vincere voglia posizionarsi saldamente al centro, e per le riforme.