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Editoriali

La nuova grande minaccia per le prossime elezioni europee è ibrida

Redazione

L’azienda americana di sicurezza informatica, sussidiaria di Google, Mandiant mette in guardia sulle operazioni di Russia e Iran: "L'Europa non deve solo prepararsi a una serie di rischi informatici, ma anche capire come si combinano tra loro"

Gli attori sponsorizzati da entità statali – che nel gergo tecnico sono le attività informatiche portate avanti da gruppi legati a governi – sono il rischio più grave per la sicurezza informatica delle elezioni europee di giugno. A dirlo è Mandiant, l’azienda americana di sicurezza informatica, sussidiaria di Google, tra le più importanti del mondo, in un nuovo report pubblicato ieri che offre un quadro piuttosto chiaro (e inquietante) del mondo informatico in cui avverrà gran parte della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo. Mandiant scrive che le minacce più importanti e “audaci” provengono da Mosca e Teheran. L’analista Jamie Collier ha detto che le operazioni russe “probabilmente si svolgeranno in tutta Europa e tenteranno di minare il sostegno all’Ucraina, alla Nato e all’Ue”, e che i gruppi legati alla Russia, come quello chiamato con il codice Apt44, “hanno una lunga esperienza nel combinare campagne di spionaggio, operazioni distruttive e diffusione di disinformazione. Ciò significa che l’Europa non deve solo prepararsi a una serie di rischi informatici, ma anche capire come si combinano tra loro”.
 

Perché non c’è soltanto la disinformazione e i deep fake, ma anche il furto di informazioni sensibili usate per scopi specifici, e perfezionate per l’audience del paese target. Mandiant ha notato un particolare attivismo in Europa orientale anche del gruppo legato al regime bielorusso chiamato Unc1151, e poi c’è la Cina, i cui obiettivi in periodi di elezioni sono soprattutto lo spionaggio e le operazioni d’influenza pro Pechino. Secondo l’azienda di cybersicurezza, però, a volte il problema siamo noi, che spesso abbiamo dato troppa importanza a certi attacchi “amplificandone l’impatto psicologico”, cioè facendo la propaganda che Russia e Iran cercavano. In realtà, scrivono gli analisti di Mandiant, “non siamo nel 2016”.  Vuol dire che abbiamo gli strumenti per prepararci – o almeno dovremmo averli, e avere coscienza di quali siano le minacce a cui ci approcciamo. E chissà se l’Italia è davvero pronta ad affrontare la minaccia ibrida.

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