editoriali
La truffa di Hamas manda in tilt i campus
Studenti sapete cosa significa “dal fiume al mare”? Cambiate motto, i terroristi ora vogliono i confini precedenti al 1967
Khalil al Hayya è uno dei funzionari di Hamas più ciarlieri, vive in Qatar e ultimamente ha rilasciato due interviste. Una all’Ap, in cui dice che l’organizzazione sarebbe disposta a deporre le armi e a sciogliere le brigate al Qassam con la creazione di uno stato palestinese in Cisgiordania e Striscia di Gaza, lungo i confini che esistevano prima del 1967. La seconda intervista l’ha rilasciata a Asharq News e ha precisato che la soluzione del 1967 sarebbe un accomodamento temporaneo. Nello statuto di Hamas non esistono soluzioni a due stati, il gruppo combatte contro Israele, per eliminare lo stato ebraico e per “la piena liberazione della Palestina dal fiume al mare”, proprio secondo il motto che oggi viene gridato nei campus americani, che si stanno trasformando in zone precluse e pericolose per gli studenti ebrei.
Una parte di Hamas crede che sia il momento di trattare con furbizia, tirare fuori il lato politico, farsi accettare come forza che può occuparsi della rinascita di Gaza e gioca a sembrare affidabile: dire che vuole uno stato palestinese entro il confini precedenti al ’67 lascia intendere che quindi crede alla soluzione a due stati e quindi riconosce e accetta l’esistenza di Israele. Non è così, ma questo è lo spin ora e manda in tilt gli affaccendati studenti che si cingono di kefiah, che si dicono a sostegno dei diritti sacrosanti delle minoranze mentre gridano “dal fiume al mare”, un motto razzista che incita allo sterminio degli israeliani. In alcune interviste alcuni di loro hanno detto di non sapere con esattezza per cosa stavano protestando, ma che si sentivano molto motivati. Adesso chi glielo spiega che Hamas furbescamente ha cambiato idea? Molti interrogati su cosa volesse dire dal fiume al mare, o quale fiume e quale mare, non avevano idea di cosa si stesse parlando. Adesso chi glielo spiega cosa è accaduto nel 1967, quando Israele fu attaccato da Egitto, Siria e Giordania contemporaneamente e mentre i tre paesi erano intenzionati a eliminare lo stato ebraico, Tsahal resistette e permise a Israele di sopravvivere.
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