Soldati ucraini - foto LaPresse

Editoriali

La strada aperta dei russi a Vovchansk

Redazione

Le armi per fermarli ci sono, andavano usate oltre confine e Kyiv non poteva a causa dell'ordine degli alleati 

Durante la sua visita in Ucraina, il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha promesso due miliardi di dollari in aiuti militari. L’esercito russo si sta avvicinando alla cittadina di Vovchansk, e Vovchansk già sa cosa vuol dire vivere sotto l’occupazione di Mosca: c’è stata per sette mesi nel 2022 e ha un lungo racconto di oppressione e torture. Le difese ucraine sono in difficoltà nella regione di Kharkiv e il presidente Volodymyr Zelensky ha deciso di annullare i viaggi internazionali che aveva in programma: ora che l’esercito russo avanza non può lasciare il paese. La regione di Kharkiv, dove si trova anche Vovchansk, era stata liberata nel settembre del 2022, durante una controffensiva entrata nella mitologia delle battaglie di Kyiv e che mise il mondo davanti alla consapevolezza che gli ucraini erano motivati, se aiutati con le armi giuste potevano farcela. L’avanzata russa di questi giorni però è anche il risultato di quella promessa disattesa, di aiuti militari arrivati tardi e rimasti impigliati nei dibattiti di politica interna negli Stati Uniti. E’ il risultato anche dell’ordine che gli alleati hanno dato ai soldati ucraini di non usare armi occidentali per colpire nel territorio russo.

La regione ucraina di Kharkiv confina con quella russa di Belgorod, colpita spesso dall’esercito di Kyiv, ma se avesse potuto colpire più in profondità, sarebbe riuscito ad attaccare  truppe russe e depositi di armi con più efficacia. Per farlo avrebbe dovuto usare i lanciarazzi Himars, che invece aveva l’ordine di non puntare oltre il confine. Così mentre le forze di Kyiv diminuivano, quelle di Mosca si ristrutturavano, fino ad avere la forza e la capacità di ritentare l’attacco all’oblast di Kharkiv. Costringere gli ucraini a combattere con una mano dietro alla schiena è stato il primo degli errori, al quale si sommano quelli interni commessi dalla leadership ucraina, che avrebbe dovuto prepararsi per una nuova offensiva di Mosca: mancanza di fortificazioni adeguate per resistere e il fallimento del reclutamento di nuovi soldati.

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