editoriali
Niente di nuovo fra Xi Jinping e Putin
I due sempre più legati. Appunti per chi vorrebbe staccare la Cina dalla Russia
La consacrazione dell’investimento futuro nelle relazioni russo-cinesi è arrivata ieri, ultimo giorno della visita nella Repubblica popolare cinese del presidente della Federazione russa Vladimir Putin. Da Harbin, la città della Manciuria più russa che c’è, il cui monumento principale è la cattedrale ortodossa di Santa Sofia, Putin ha annunciato che l’Harbin Institute of Technology, una delle più note accademie top secret con strettissimi legami con la Difesa cinese, aprirà una scuola congiunta da 1.500 studenti insieme con l’Università statale di San Pietroburgo. “Sono sicuro che diventerà un fiore all’occhiello della cooperazione russo-cinese nel campo della scienza e dell’istruzione”, ha detto Putin. Xi Jinping non ha accompagnato il leader del Cremlino a Harbin e a visitare l’Expo russo-cinese ospitato nella città, ma l’altro ieri ha trascorso quasi l’intera giornata con lui, compreso un momento “ristretto”, secondo la stampa ufficiale cinese, al Zhongnanhai, il centro del potere cinese.
Il significato di questa visita del leader russo in Cina l’ha riassunto in poche parole la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, che l’altro ieri parlando ai giornalisti ha detto che i funzionari dell’Amministrazione Biden “non ci vedono nulla di nuovo”, riferendosi ai toni antiamericani e antioccidentali della dichiarazione congiunta fra Putin e Xi. Alex Lo, commentatore del South China Morning Post, ha scritto ieri in un editoriale che “prima c’era l’amicizia ‘senza limiti’. Ora è diventata ‘per le generazioni a venire’”, e che tutto questo è – naturalmente – colpa dell’occidente, che ha spinto i due leader autoritari insieme. L’importante è intendersi sul ruolo di Pechino, appunto, e di non lasciarsi trasportare dal pensiero magico di un cambiamento, un disaccoppiamento che non ci sarà: per le generazioni a venire.
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