Editoriali
L'Islam con caratteristiche cinesi
L’ultima grande moschea “sinizzata” e il progetto di Xi contro tutte le religioni
Dopo mesi di ristrutturazione la Grande Moschea di Shadian, nella regione dello Yunnan nel sud della Cina, ha riaperto al culto pesantemente modificata nella sua architettura originale: ha perso i suoi minareti e cupole in stile arabo sostituiti da elementi con “caratteristiche cinesi”. Ora, con gli slogan del Partito comunista cinese all’entrata e il tetto a pagoda dall’esterno è difficile persino distinguerla da un tempio buddista, eppure è soprannominata la Mecca degli Hui, una delle 56 minoranze etniche cinesi di religione musulmana – sono circa 11 milioni, di cui una grandissima parte risiede nella regione dello Yunnan.
Ed è nello stesso Yunnan che si sta ultimando il piano sulla sinizzazione dell’Islam proposto per la prima volta dal leader Xi Jinping nel 2018: lo scorso anno, tre quarti delle oltre 2.300 moschee in tutta la Cina erano già state modificate o distrutte e quella di Shadian era una delle ultime rimaste intatte nel paese. Venne già distrutta una volta, durante la Rivoluzione culturale, nel 1975, gli Hui di Shadian protestarono e Mao ordinò personalmente la repressione: furono uccisi 1.600 Hui tra cui 300 bambini. La sua sinizzazione per gli esperti rappresenta il completamento della campagna di Xi, che dal suo arrivo ha iniziato a promuovere il nazionalismo Han – l’etnia maggioritaria – in nome del “socialismo con caratteristiche cinesi”. Non solo nei confronti degli Hui: tutto è iniziato in Xinjiang, dove da anni il Partito comunista cinese tenta di sopprimere l’etnia e la cultura uigura violando la libertà religiosa – e non solo – della minoranza turcofona. Parte del piano è resistere agli “stili architettonici stranieri”, e ne fa parte anche la rimozione delle croci da migliaia di chiese cristiane oltre che la distruzione di moltissimi monasteri buddisti in Tibet – o meglio, Xizang, il nome cinese per riferirsi al Tibet che Pechino ha già sostituito in ogni documento ufficiale. L’importante è che tutto abbia “caratteristiche cinesi”, quelle che tengono al potere il partito unico di Xi.
Dalle piazze ai palazzi