Un soldato ucraino - foto via Getty Images

Editoriali

I difensivisti che sostengono le ragioni di Vladimir Putin non hanno più scuse

Redazione

Coloro che sostengono che l'Ucraina debba ricevere armi solo per "difendersi" non hanno più alibi: dare a Kyiv tutti gli armamenti necessari a vincere la guerra non vìola il diritto internazionale, che al contrario riconosce chi è aggredito e chi è aggressore

Uno degli argomenti più triti dei pur non pochi Salvini attivi nella politica occidentale, espliciti come lui o en travesti, è che il sostegno all’Ucraina deve rigorosamente limitarsi ad armi “difensive” e non “offensive”. È un tema sul quale non serve affatto ricapitolare l’evoluzione della teoria della guerra, da Tucidide a Sun-Tzu, dalla Guerra fredda alla guerra asimmetrica. Basta avere pochi princìpi chiari nella testa. In Ucraina è entrato un aggressore che da oltre due anni non colpisce solo le forze armate avversarie, spiana città, deporta bambini, azzera infrastrutture civili di trasporto, energetiche e sanitarie. Il suo intento era abbattere il governo legittimo e instaurare in poche settimane un regime coloniale asservito, come la Bielorussia di Lukashenka. Quelli che dobbiamo dare “solo armi difensive all’Ucraina” pensano in realtà che Putin non sia affatto un sanguinario despota, e che con lui si debbano avere rapporti il più possibile distesi. Riconoscendo a Putin ragioni e territori.
 

Come poi si combatta la guerra ai “difensivisti” non interessa. Oggi tutti i missili balistici che spianano l’Ucraina sono lanciati da velivoli, navi e sottomarini russi che operano fuori dallo spazio aereo e dalle acque territoriali dell’Ucraina. La guerra oggi non è solo cannoni e proiettili, è dominio dell’intero spettro elettromagnetico per deviare missili avversari, accecarne i radar, sviarne i droni, nuove tecnologie criptate di comunicazione, e molto altro.Congegni che si assemblano in territorio russo con tecnologie cinesi. Ma non vanno colpiti, per i “difensivisti”. La risposta viene dal diritto internazionale. Il quale distingue eccome tra aggressori e aggrediti, e attribuisce ai secondi pieno diritto di colpire siti e mezzi con cui l’invasore realizza la sua potenza militare. Anche oltre frontiera. Con un limite: queste azioni difensive non devono configurare mai ciò che il diritto internazionale cataloga come crimini di guerra o contro l’umanità. Chi in Italia e occidente vuole dare agli ucraini solo ciò che non li può difendere efficacemente, vuole che Putin vinca e chi se ne frega di libertà e democrazia.

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