Editoriali
Israele non è gradito alla fiera francese dedicata a difesa e sicurezza
A causa della situazione nella Striscia di Gaza, Parigi esclude le aziende israeliane dall’esposizione Eurosatory, un evento di portata mondiale. Un segnale molto forte dal punto di vista politico
Ieri il governo francese ha deciso di vietare alle aziende israeliane di partecipare a Eurosatory, fiera di importanza mondiale dedicata alla difesa e alla sicurezza, che si terrà dal 17 al 21 giugno a Villepinte (Seine-Saint-Denis), a causa della situazione nella Striscia di Gaza. “Su richiesta delle autorità francesi, le aziende israeliane non saranno presenti a Eurosatory”, ha fatto sapere Coges Events, società organizzatrice del salone che dipende dal ministero della Difesa francese. Eurosatory accoglierà 2 mila espositori.
Tra questi, erano attese 74 aziende israeliane, dieci delle quali avrebbero esposto armi, compresi i tre principali fornitori delle forze armate israeliane, Elbit, Iai (Israel Aerospace Industries) e Rafael. “Non ci sono più le condizioni per ricevere aziende israeliane alla fiera francese, in un momento in cui il presidente della Repubblica chiede la fine delle operazioni israeliane a Rafah. In accordo con le dichiarazioni del presidente della Repubblica, è urgente ottenere un cessate il fuoco che garantisca la protezione della popolazione di Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi e il pieno accesso agli aiuti umanitari”, ha affermato il ministero della Difesa francese in un comunicato. Contattata dall’Afp, l’ambasciata israeliana in Francia non ha reagito nell’immediato. In questi giorni, le associazioni Action Sécurité Éthique Républicaines, Stop Arming Israel, Urgence Palestine e l’Association France Palestine Solidarité hanno messo in guardia contro i profitti della fiera che “rafforzano il potere economico delle aziende che potrebbero partecipare ai crimini” commessi a Gaza.
Coges Events ha specificato che si tratta di “una fiera esclusivamente destinata alla presentazione di attrezzature per la difesa e la sicurezza e in alcun modo un luogo per stipulare accordi”. Quella del governo francese è una decisione molto forte dal punto di vista politico, figlia delle pressioni insistenti delle ultime settimane e degli ultimi fatti di Rafah.