Editoriali
Evan Gershkovich non è una spia, ma la Russia lo incrimina per spionaggio
A più di un anno dall'arresto, la giustizia russa ha stabilito che il giornalista del Wall Street Journal dovrà affrontare un processo per spionaggio. Sulle accuse a suo carico mancano ancora le prove e ora rischia di essere inghiottito nel nulla
Il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich verrà processato a Ekaterinburg, dove è stato arrestato nel marzo del 2023. È rimasto in detenzione preventiva per quindici mesi nella prigione moscovita di Lefortovo e oggi è stato stabilito che affronterà un processo per spionaggio. Le udienze finora si sono svolte a porte chiuse, con Gershkovich chiuso in una scatola di vetro, ma un processo per spionaggio avrà margini di segretezza più stringenti, porte ancora più serrate: quello che accadrà sarà impenetrabile ed Evan rischia di essere inghiottito nel nulla.
La procura “ha accertato che Gershkovich, su istruzioni della Cia, ha raccolto informazioni segrete nella regione di Sverdlovsk sulle attività” del produttore di carri armati Jsc Npk Uralvagonzavod. Gershkovich lavorava in Russia come giornalista regolarmente accreditato, non era una spia, raccontava i cambiamenti del paese, soprattutto dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022. La decisione di formalizzare le accuse di spionaggio era stata presa probabilmente dal giorno del suo arresto, quando il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, disse che era stato colto in flagranza di reato: ancora mancano le prove, nessuno ha detto come in concreto il giornalista abbia agito per essere ritenuto una spia.
La Russia sta chiudendo il paese alla stampa straniera, è sempre più impenetrabile e raccontare lo stravolgimento del paese è pericoloso. È una strategia per fare in modo che si sappia il meno possibile di come Putin sta cambiando la Russia. La politica di accumulare pedine da scambiare è sempre più pressante da parte del Cremlino ed Evan assieme all’ex marine americano Paul Whelan, in prigione dal 2018, vale molto. Il Cremlino usa il futuro di Gershkovich, la paura di un processo per spionaggio, la condizioni della sua detenzione in un carcere di massima sicurezza, come un’arma contro gli Stati Uniti e l’occidente. Non vuole farsi raccontare, vuole punire chi lo fa e nello stesso tempo manda un messaggio: sappiamo come minacciarvi, se vogliamo verrete inghiottiti.
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