Aborto - foto via Unsplash

Editoriali

La Spagna dà l'ok all'aborto per le minorenni senza il consenso dei genitori

Redazione

La Corte costituzionale spagnola ha convalidato la legge sull'interruzione volontaria di gravidanza: 16 e 17enni potranno accedere alla pratica senza il consenso dei tutori e senza i tre giorni di riflessione. Ha vinto la proposta di Podemos

La Corte costituzionale spagnola dà il via libera all’aborto senza obbligo di consenso per le sedicenni. La giuria, riunita in sessione plenaria, ha convalidato oggi la riforma della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza in Spagna, che consente di accedere alla pratica senza l’obbligo di approvazione da parte dei genitori. La Corte ha respinto il ricorso presentato dal partito di estrema destra Vox, che sosteneva che la normativa violasse numerosi princìpi costituzionali, fra i quali quello di libertà, pluralismo e legalità. Ma i giudici hanno fatto anche di più. Hanno eliminato al contempo il dovere di informare le donne che si sottopongono ad aborto sulle prestazioni di aiuto e sostegno alla maternità e i tre giorni di riflessione.
 

Dunque, podemos abortar. Una bandiera ideologica che non deve conoscere limiti. Come ad aprile ha fatto la Francia, che l’ha inserito in Costituzione, sebbene Francia e Spagna siano già i paesi dove si abortisce di più in Europa.
 

Forse sarebbe il caso per la sinistra radicale di uscire un attimo dal migliore dei mondi possibili di Irene Montero (il ministro di Podemos che tanto aveva voluto la legge sull’aborto) e immergersi nella lettura di un politologo come Nicola Matteucci, che così concluse un articolo sull’aborto: “Non c’è una grande differenza tra l’uccisione di un bambino appena nato e un embrione a sette mesi. Inoltre, anche se protetto dall’utero della madre, l’aborto provoca dolore nel nascituro. Ma su questo restiamo indifferenti, mentre ci mobilitiamo per difendere e tutelare le cavie usate nei laboratori per la ricerca scientifica in campo medico. La vita di un topo vale più della vita di un uomo”. Voleva dire, il fondatore del Mulino, che anche per una cultura laica, socialista, azionista e liberale il bambino non nato dovrebbe essere qualcosa piuttosto che il nulla e che merita di meglio dell’indifferenza. Più Matteucci, meno Montero. Più Pasolini, meno Podemos.

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