L'ex ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, a destra, e il generale Valeri Gerasimov (Associated Press/LaPresse) 

La Corte contro Shoigu e Gerasimov, "criminali di guerra"

Redazione

Bene riaffermare l’intento criminale della guerra russa. Si auspica che lo stesso rigore e pragmatismo prevarranno quando la Corte sarà chiamata a valutare la scellerata richiesta che il procuratore Karim Khan ha avanzato contro Netanyahu e Gallant

La Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto per l’ex ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e per il capo di stato maggiore e capo delle operazioni contro l’Ucraina Valeri Gerasimov. Sono accusati di “crimini di guerra” e “crimini contro l’umanità” per i bombardamenti contro le infrastrutture energetiche ucraine condotto tra ottobre del 2022 e marzo 2023. Shoigu non è più ministro della Difesa, adesso guida il Consiglio di sicurezza, un organo che negli anni è servito a parcheggiare più di un funzionario demansionato, mentre Gerasimov ha ancora le sue cariche ma non si vede e non si sente, è un’ombra che prende parte alla guerra acconsentendo a tutte le richieste di Vladimir Putin.

  

Che l’ex ministro e il capo di stato maggiore fossero criminali lo sapevamo, hanno seguito e approvato il piano di iniziare un’invasione contro un paese confinante che non rappresentava nessuna minaccia per la Russia. La Corte ha messo un punto a questa vicenda che poco cambierà nel modo di agire di Shoigu e di Gerasimov, i quali dovranno evitare alcuni paesi che hanno firmato lo Statuto di Roma, il trattato istitutivo della Corte, a cui però mancano le firme, tra gli altri, di Stati Uniti, Russia o Cina, dove Shoigu ha più probabilità di recarsi – a maggio Putin, su cui pende un mandato di arresto da due anni, è stato in Cina ed è stato accolto con ogni onore senza che nessuno lo fermasse. La Corte vale per quello che è, i suoi mandati sono simbolici ma è un bene che abbia riaffermato l’intento criminale della guerra russa, di cui tutti i funzionari di Mosca sono corresponsabili.

  

Si auspica che lo stesso rigore e pragmatismo prevarranno quando la Corte sarà chiamata a valutare la scellerata richiesta che il procuratore Karim Khan ha avanzato chiedendo formalmente al tribunale di emettere mandati di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e  il ministro della Difesa Yoav Gallant, accostandoli a chi alla guerra in medio oriente ha dato inizio con un attacco senza precedenti contro i civili israeliani.