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Editoriali

Le crisi striscianti nell'Indo-Pacifico

Redazione

Missili, palloni e aggressioni. Speriamo che la proiezione di forza basti. Nelle esercitazioni miitari coinvolto anche uno strike group italiano, oltre alle principali forze aereonautiche e marine europee 

Ieri la Corea del nord ha lanciato un missile verso il Mar del Giappone, quando a Pyongyang erano le 5 e mezzo di mattina. Secondo la stampa nordcoreana si sarebbe trattato di un missile ipersonico manovrabile a combustibile solido – un tipo già testato con successo dalla Corea del nord, ma al quale devono essere state fatte delle migliorie: il missile di ieri è esploso circa sei minuti dopo il lancio, e i suoi detriti sono caduti su una vasta area marina. Il test missilistico è arrivato poche ore dopo l’ennesimo lancio di palloncini di spazzatura dal Nord verso il Sud, circa 350 sacchi, che tra le altre cose aveva costretto l’aeroporto internazionale di Incheon a fermare i voli per tre ore.

Qualche giorno prima erano arrivate anche le prime analisi dei precedenti sacchi lanciati dal Nord, e il governo sudcoreano ha confermato che alcuni di essi – specialmente quelli contenenti feci umane e letame, erano contaminati con parassiti. Mentre nella penisola coreana la tensione si alza, a oltre duemila chilometri verso sud, nel Mar cinese meridionale, la situazione è anche peggio: José Manuel Romuáldez, ambasciatore filippino a Washington, ha detto l’altro ieri al Financial times che il pericolo di un conflitto esteso nell’area è concreto: “E’ il momento più pericoloso, ci sono diversi paesi, grandi potenze nucleari. Se dovesse accadere qualcosa, l’intera regione asiatica sarebbe completamente inclusa”. Da una decina di giorni la crisi marittima e territoriale tra le Filippine e la Cina è cresciuta, dopo l’aggressione cinese a diversi gommoni della Marina filippina che ha portato ad alcuni marinai feriti. Pechino, che rivendica illegittimamente gran parte del Mar cinese meridionale, continua con la sua tattica del salami slice, dell’affettare il salame, cambiando lentamente lo status quo.

E tutto questo mentre si prepara un periodo di grandi esercitazioni militari in tutto l’Indo-Pacifico, con, per la prima volta, la partecipazione di un Carrier strike group italiano, ma anche di aeronautica e marine di Francia, Germania e Spagna. Proiezione di forza contro i bulli. E speriamo che basti.

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