(foto EPA)

editoriali

Il dibattito americano nei sogni di Putin

Redazione

Dormiva, né Trump né Biden lo intimoriscono, il suo problema oggi è in Ue

Alla domanda del corrispondente da Mosca della Bbc, Steve Rosenberg, se Vladimir Putin avesse guardato il dibattito tra Joe Biden e Donald Trump, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha risposto che difficilmente il presidente russo avrebbe messo la sveglia nel cuore della notte per qualcosa che riguarda soltanto la politica americana: “Noi non interferiamo”, ha detto Peskov molto convinto. E’ verosimile che Putin abbia dormito, quando ad Atlanta, dove si è tenuto il dibattito, erano le 9 di sera, a Mosca erano le 4 del mattino, anche se al capo del Cremlino chi vincerà le prossime elezioni americane interessa molto è convinto che sia il repubblicano sia il democratico non gli daranno troppo filo da torcere. Sa come manovrare Trump, quando i due si incontrarono  nel 2018  riuscì a fargli dire in pubblico che si fidava di lui. Sa di piacere all’ex  presidente americano e lo preferisce a Biden che però non lo spaventa neppure troppo. Il capo della Casa Bianca, con i suoi problemi fisici e la sua età, nel modo di Putin di vedere il mondo, è il perfetto rappresentante di un occidente debole.

Quindi per quanto Biden possa essere diretto, chiamarlo “macellaio” o “killer”, o sostenere l’Ucraina, Putin interpreta la sua presidenza come il segnale che gli Stati Uniti sono infiacchiti – mentre lui è convinto di emanare rispetto e timore. Alla televisione russa hanno mandato a ripetizione le immagini del dibattito, come in ogni altro paese,  e hanno dato risalto alle parole di Trump contro il  sostegno  all’Ucraina. Per la prima  volta nella storia dell’occidente, forse Putin la minaccia più grande la vede in Europa, dove i capi di stato e di governo al Consiglio europeo di giovedì hanno scelto la premier estone Kaja Kallas come prossimo Alto rappresentante per la politica estera e dove i paesi affacciati a  est stanno vivendo un momento di grande credito dentro all’Ue, sensibilizzando sulle necessità di sicurezza e facendosi interpreti della dottrina Kallas contro Putin: in Ucraina non esistono piani B, C, o D; c’è soltanto un piano A ed è sconfiggere l’esercito russo. 

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