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Editoriali

L'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco) non è più regionale

Redazione

L’allargamento alla Bielorussia porta l'alleanza a rappresentare oltre il 40 per cento della popolazione e circa un quarto dell'economia globale. E la presenza di Erdogan e Guterres si fa sempre più ingombrante

Meno alleanza regionale e più blocco geopolitico. Ieri è iniziato il summit dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco) ad Astana, in Kazakistan, e quest’anno prevede l’aggiunta della Bielorussia come membro a pieno titolo: il forum si allargherà così a dieci paesi membri. La Sco, nata come forum economico e di sicurezza, è ormai diventata l’ennesima piattaforma “alternativa” in chiave antioccidentale e per il presidente russo Vladimir Putin è fondamentale per confutare la sua immagine di leader isolato a livello internazionale.

Già  nel 2017 si era allargata a India e Pakistan, poi l’anno scorso è arrivato il turno dell’Iran: quest’anno, con l’entrata del fedele alleato di Putin, Aljaksandr Lukashenka, Pechino e Mosca esplicitano il loro obiettivo di aumentare la presenza geopolitica dell’organizzazione. Ora l’alleanza rappresenta oltre il 40 per cento della popolazione e circa un quarto dell’economia globale. Afghanistan e Mongolia partecipano con lo status di osservatori  insieme a 14 “partner di dialogo”, come il Myanmar, la Turchia e alcuni stati arabi. Ieri, a margine del vertice,    Putin ha avuto un bilaterale prima con il leader cinese Xi Jinping – affermando che le relazioni tra Russia e Cina stanno vivendo “il periodo migliore nella loro storia” – poi con presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che il prossimo 9 luglio è atteso al summit della Nato a Washington. Il leader turco ha detto a Putin che Ankara è in grado di “gettare le basi per un accordo che ponga fine alla guerra tra Russia e Ucraina”, prima con un cessate il fuoco, poi con una pace “giusta” che soddisfi sia Mosca sia Kyiv.

Oggi si terrà invece un vertice allargato a cui parteciperà anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres: la sua presenza è stata rilanciata molto dai media russi, anche perché Guterres soltanto poche settimane fa aveva disertato il summit per la pace in Ucraina svizzero, mentre oggi siede al tavolo “anti Nato”, e il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha detto che “non esclude” un bilaterale tra Guterres e Putin.

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