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editoriali

Votare a Londra e Parigi, che sballo

Redazione

I meccanismi contano, ma conta di più in che modo il sistema politico sa utilizzarli

Nelle stesse settimane in due grandi paesi europei si sono create nuove situazioni politiche del tutto diverse, il trionfo del Labour party in Gran Bretagna, la sconfitta del Front national in Francia. Le due, diversissime, formazioni politiche hanno ottenuto un consenso elettorale pressoché identico, un po’ più di un terzo dei votanti, ma l’effetto è stato opposto. Si dirà che è effetto di due meccanismi elettorali diversi, il che è senza dubbio un aspetto rilevante, ma è una risposta tutto sommato fuorviante. Con lo stesso meccanismo elettorale, in vigore da secoli, Jeremy Corbyn nel 2017 aveva ottenuto il 40 per cento dei voti, ma era rimasto all’opposizione. Il fatto è che i conservatori avevano una posizione chiara e attrattiva, per quanto sbagliata, sulla Brexit e hanno mantenuto la maggioranza. Oggi il fronte moderato insidiato da formazioni di destra, si è sfarinato e questo ha permesso a  Starmer di trionfare. Lo stesso fenomeno, al contrario, ha tarpato le ali a Le Pen: un sistema politico che al primo turno aveva fatto prevalere le posizioni specifiche di ogni forza politica, ha avuto la forza di superare – temporaneamente e solo allo scopo di evitare la vittoria della destra –  divisioni e contrapposizioni anche radicali e ha chiamato con successo l’elettorato a una reazione.

 

Naturalmente i problemi restano in Gran Bretagna, dove una larga maggioranza parlamentare non fa dimenticare a Starmer che deve convincere con l’azione di governo i due terzi dei britannici che non lo hanno votato, ancora più in Francia dove è impossibile trasformare la desistenza in alleanza, e quindi bisognerà scomporre e ricomporre i cartelli elettorali vincitori  per mettere insieme una maggioranza di governo (anch’essa, probabilmente, minoritaria tra gli elettori). Dunque i meccanismi contano, ma conta di più in che modo il sistema politico sa utilizzarli: si tratta di un carattere delle democrazie, che risulta evidente in una fase in cui è sempre più difficile far arrivare all’elettorato un messaggio che non sia semplificato fino a ridursi a semplici slogan.

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