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editoriali

L'eterno Kagame: vince le elezioni in Ruanda (di nuovo) con un plebiscito

Redazione

Sarà il presidente del paese africano per la quarta volta. Frutto di un'economia risollevata (ma anche di un dissenso interno soffocato)

Paul Kagame sarà il presidente del Ruanda per la quarta volta: il risultato era scontato e il voto di lunedì è stato, ancora una volta, un plebiscito, con più del 99 per cento dei voti. Non è la prima volta che Kagame riceve una percentuale così alta: leader de facto del Ruanda dalla fine del genocidio, nel 1994, ha già vinto con oltre il 93 per cento delle preferenze alle elezioni del 2003, del 2010 e del 2017. Le elezioni del 2017 in particolare sono un fac-simile delle ultime: sempre il 99 per cento dei voti, sempre due sfidanti, sempre gli stessi. E anche quest’anno a molti è stato impedito di candidarsi alla presidenza: secondo l’opposizione e i gruppi per i diritti umani, nel Ruanda di Kagame ormai non esiste dissenso, le elezioni non sono libere né democratiche, vige un clima di terrore tra omicidi, sparizioni forzate e arresti arbitrari.

 

Per molti Kagame ha l’abilità di mascherare la deriva tirannica del paese agli occhi esterni, perché ha risollevato l’economia ruandese – è una delle economie in più rapida crescita in Africa – e messo fine alle divisioni etniche dopo il genocidio. Ma nonostante il merito di aver riconciliato un popolo distrutto, il Ruanda continua a lottare contro alti tassi di disoccupazione giovanile ed è uno dei paesi africani con meno libertà di espressione. Kagame è accusato di governare in un clima di paura, di aver fomentato instabilità nella vicina Repubblica democratica del Congo e di aver fatto di tutto per assicurarsi come leader eterno del paese: con un emendamento costituzionale nel 2015 ha esteso i limiti del mandato consentendogli di governare fino al 2034.

Si aggiungono così altri cinque anni a un governo che ha già il primato di 24 anni e  che, secondo Kagame,  “viene dal popolo”. Lo stesso popolo che invece, secondo le opposizioni, è “terrorizzato” all’idea di sfidarlo: circa il 65 per cento della popolazione del Ruanda ha meno di  trent’anni, il che significa che Kagame è l’unico leader che la maggior parte del paese abbia mai conosciuto.

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