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Editoriali

Re Carlo enuncia le quaranta leggi del governo Starmer. Ma qualcosa manca

Redazione

Mercato del lavoro, case per tutti, potere ai governi locali. E poi tutte le altre proposte contro il fascino del populismo. Ecco cosa c'era nel King’s Speech e cosa non c'era, come il problema delle lunghe liste d'attesa per il servizio sanitario nazionale

Quaranta leggi, quaranta lacci e lacciuoli da tagliare. Primo: il mercato del lavoro, dove ci sono poche certezze e troppe ingiustizie. Secondo: costruzioni, edilizia, case per tutti. Terzo: potere ai governi locali, in modo da rilanciare le zone depresse del paese. E poi tutte le altre proposte del governo di Keir Starmer, tantissime, fatte per lottare contro “i rimedi da ciarlatano del populismo” e contenute nel King’s Speech letto da re Carlo, con il diamante della corona a splendere sul paese e sulle sue tradizioni per certificare che c’è una storia e ci sarà un futuro.

Con il premier Starmer e l’ex premier Rishi Sunak a ridere insieme, il re risanato e i baddies Boris Johnson, Liz Truss e Nigel Farage tutti a Milwaukee con l’amico Trump. Proprio in loro onore sembra fatta la proposta di imporre ai governi di passare per l’Ufficio per la responsabilità fiscale così che agli eventuali creativi del futuro venga impedito di mandare all’aria l’economia. Qui la spesa resta contenuta, nel manifesto elettorale erano 4,7 miliardi di sterline, e pochi dettagli su come si faranno le cose, su come l’Nhs, il sistema sanitario nazionale, farà a “ridurre i tempi d’attesa”.

Togliere i freni al paese, si diceva, e pazienza se questo vuol dire dare più potere di sciopero ai sindacati. Poi si rinazionalizzano le ferrovie, aspettando che scadano le licenze ai privati per riportare tutto sotto l’ombrello statale, che gestirà anche la società nazionale per le energie pulite, Gbe, non solo un veicolo d’investimento ma anche di produzione. Con sede in Scozia, per placare gli ultimi indipendentisti rimasti. Inevitabile po’ di nanny state, di stato-balia, poi: limiti a sigarette e vaping, alla pubblicità di cibo spazzatura, attenzione alla salute mentale. I sedicenni, invece, dovranno aspettare per votare. È una battaglia per la fiducia, dice Starmer. E c’è una grande voglia di credergli e dargli fiducia. Ma l’Nhs?

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