EDITORIALI
Il coraggio di María Corina Machado
La leader venezuelana è un simbolo della lotta per la democrazia. Rischia il carcere
È metà Lady di ferro, come Margaret Thatcher, per la ricetta liberale attraverso cui intende risollevare l’economia, e metà Pasionaria, come Dolores Ibárruri, per il coraggio con cui difende la democrazia contro il regime di Nicolás Maduro. Ma di María Corina Machado, leader dell’opposizione in Venezuela, si sente parlare poco. Eppure ha una lunga storia, prima di attivista civile e poi di oppositrice politica, segnata dalla persecuzione del regime.
Fu eletta deputata 2011, fatta decadere dall’Assemblea nazionale nel 2014 per aver accettato l’invito di un altro stato a partecipare all’Organizzazione degli stati americani, poi il regime l’ha accusata di cospirazione contro la patria e le ha impedito di candidarsi alle successive elezioni. Ha guidato le proteste ed è diventata il punto di riferimento dell’opposizione, mentre gli altri leader venivano arrestati o sono andati via in esilio. L’anno scorso ha annunciato la candidatura alle primarie dell’opposizione, che ha vinto con il 92 per cento, ma il governo l’ha inabilitata da qualsiasi incarico pubblico per 15 anni. Allora Machado, dopo che è stata rifiutata anche la candidatura della sua vice, ha sostenuto lo sconosciuto e anziano diplomatico Edmundo González. Lo ha affiancato in ogni uscita e dichiarazione pubblica, lo ha accompagnato in ogni comizio, riempiendo piazze e strade. È la leader di fatto.
Per la prima volta non è un vecchio leader a manovrare una donna, ma il contrario. Machado ha trascinato González alla vittoria, rubata da una colossale frode elettorale. Ha chiamato i venezuelani a difesa del voto democratico. Il procuratore generale del Venezuela ha annunciato una paradossale inchiesta contro di lei: l’accusa di aver tentato di manipolare il voto con un attacco informatico dalla Macedonia. Il regime ribalta sulla vittima il crimine che esso ha commesso sotto gli occhi del mondo. Ora Machado rischia il carcere. Se solo non fosse liberale e di destra, sarebbe su tutte le copertine come simbolo femminile della lotta per i diritti civili e per la democrazia nel mondo.