EDITORIALI

Gli f-16 in Ucraina, benarrivati

Redazione

La prima consegna è stata fatta. I cieli ucraini saranno più protetti, era ora

Gli f-16 sono arrivati in Ucraina, la consegna da parte degli alleati della Nato era prevista per la fine di luglio e la data è stata rispettata. Secondo le fonti di Bloomberg, che ha dato la notizia per primo, il numero di jet arrivati non è alto e non si sa se i piloti ucraini, che sono stati formati nei paesi della Nato, sono tutti pronti, ma questo trasferimento può finalmente cominciare a dare a Kyiv la possibilità di contrastare la superiorità aerea della Russia, che da quasi 900 giorni colpisce dall’alto obiettivi civili e infrastrutture in tutta l’Ucraina.

C’è voluto più di un anno per arrivare a questo punto, anche se fin da subito era stato chiaro che difendere i cieli ucraini era una necessità. Il presidente americano, Joe Biden, aveva fatto cadere quel che per un anno era stato un tabù, nel maggio dello scorso anno (furono gli inglesi a fare molte pressioni, in particolare l’allora ministro della Difesa, Ben Wallace, che in parte si è giocato in quell’occasione la speranza di diventare segretario generale della Nato) e al G7 di luglio, sempre l’anno scorso, il tabù era diventata promessa. Poi c’è voluto un altro anno di formazione dei piloti (che è stata più lunga di tutte le altre formazioni), di tentennamenti su chi dovesse, tra gli alleati, fornire che cosa, di analisi sui problemi di manutenzione e anche logistici, come la lunghezza delle piste aeree dell’Ucraina.

La guerra si è trasformata con l’utilizzo dei droni e qualcuno ancora sostiene che in realtà gli f-16 non saranno i “game changer” di cui si è tanto parlato. Intanto però Danimarca e Paesi bassi li hanno forniti, Belgio e Norvegia ne hanno promessi altri, la prima commessa è arrivata, la promessa occidentale è stata mantenuta, i cieli ucraini saranno più protetti: era ora.

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