Foto Ansa

Editoriali

Cadono le prime teste dei dipendenti dell'Unrwa colpevoli del 7 ottobre

Redazione

Finalmente l’Onu ammette le colpe: licenziati nove dipendenti dell’agenzia per i rifugiati palestinesi dei cento definiti da Israele come membri di Hamas. Una piccola prima "frazione" in attesa che cada tutto il castello di carte

Finalmente la verità emerge. L’Onu ha licenziato nove dipendenti dell’agenzia per i rifugiati palestinesi Unrwa coinvolti negli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Le pesanti accuse di Israele avevano portato numerosi paesi a sospendere i finanziamenti all’organizzazione, ma molti li hanno poi rinnovati, adducendo la difficile situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. Ad aprile, una revisione dell’Unrwa condotta da un gruppo indipendente (ma molto politicizzato contro Israele), aveva affermato che “Israele non ha ancora fornito prove a sostegno delle sue affermazioni secondo cui un numero significativo di dipendenti dell'agenzia era membro di organizzazioni terroristiche” e ha sostenuto che l’Unrwa aveva adottato politiche “solide” per garantire la neutralità del personale. Per mesi, è sembrato che Israele si fosse inventata anche i filmati dei dipendenti dell’Onu che prendono parte alla logistica del pogrom del 7 ottobre. Ora la prima crepa nel castello di menzogne architettate dall’agenzia delle Nazioni Unite. E tutti sanno che il problema va ben oltre i nove colpevoli.
 

Israele ha nominato cento dipendenti dell’agenzia delle Nazioni Unite a Gaza come membri di Hamas e ha chiesto che fossero licenziati. Si tratta solo di “una frazione” del numero reale di membri dell’organizzazione terroristica, si legge in una lettera al capo dell’agenzia Unrwa, Philippe Lazzarini. Il corpo dell’ostaggio tedesco-israeliano Shani Louk è stato trovato in un edificio dell’Unrwa, finanziato con i soldi dei contribuenti tedeschi. Dei dodicimila impiegati dell’Onu a Gaza, “440 sono attivi nell’ala militare di Hamas”, le Brigate Qassam. “Altri duemila sono membri di Hamas registrati ma non nell’ala militare”. Infine “altri settemila hanno un parente di primo grado membro di Hamas”. Cadrà tutto il castello e qualcuno, più di un dirigente che è ancora al suo posto, dovrà rendere conto. E noi di certo umanitarismo prestato alla jihad.

Di più su questi argomenti: