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Editoriali

Le Olimpiadi viste da Pechino

Redazione

Sui social i cinesi festeggiano la “vittoria” accaparrandosi medaglie altrui con metodi di calcolo sommari. E con Los Angeles 2028 alle porte arrivano già le prime accuse contro gli Stati Uniti

A Olimpiadi finite, sui social e sui media di stato cinesi si sono subito sollevati commenti e opinioni sul medagliere olimpico: i Giochi si sono conclusi con Cina e Stati Uniti in cima alla classifica con 40 medaglie d’oro ciascuno, e ai nazionalisti cinesi questo pareggio non è proprio andato giù. Il Comitato olimpico internazionale nel suo medagliere dà priorità alle medaglie d’oro, quelle d’argento e di bronzo vengono conteggiate solo in caso di parità (come in questo caso), mentre le testate americane nella lotta con Pechino già da qualche anno adottano un nuovo metodo di classificazione che porta a sommare tutte le medaglie insieme indipendentemente dal loro colore.
 

In entrambe le classifiche Washington risulta al primo posto, eppure nella giornata di chiusura dei Giochi su Weibo, il social cinese, si è parlato soltanto della “Cina al primo posto nella classifica degli ori” – ieri l’hashtag aveva raggiunto oltre 800 milioni di visualizzazioni – spesso affiancato da una grafica falsata, con Pechino che avrebbe totalizzato 44 ori anziché quaranta, accaparrandosi in modo del tutto arbitrario sia quelli di Hong Kong che di Taiwan (che ai Giochi, per imposizione cinese, partecipa con il nome di “Taipei cinese”). I media nazionalisti, come il Global Times, hanno elogiato “il miglior risultato della squadra cinese nei Giochi olimpici tenuti all’estero”, parlando sempre e solo di “vittoria” e minimizzando l’enorme dibattito sul doping sollevato poco prima dell’inizio dei Giochi da un’inchiesta del Nyt, definendolo uno “scandalo inventato dagli Stati Uniti”,  ha scritto il China Daily.
 

Un commento popolare su Weibo ha poi ribaltato il dibattito: se gli atleti americani dopati fossero stati eliminati, “avremmo vinto”, ha scritto – senza menzionare che l’osannata nuotatrice Zhang Yufei, tra gli atleti risultati positivi al doping nel 2021 e mai squalificati dai Giochi, soltanto a Parigi ha vinto ben sei medaglie. Ora i media cinesi preparano la retorica sui prossimi Giochi “non equi” che si terranno negli Stati Uniti, a  Los Angeles nel 2028 e a Salt Lake City, nel 2034.