Editoriali
Assalto a un villaggio palestinese. Il grosso guaio dei coloni estremisti
Decine di coloni israeliani hanno attaccato un villaggio in Cisgiordania, vicino a Nablus, con pietre e molotov. La condanna di Herzog e Netanyahu
Giovedì sera decine di coloni israeliani sono arrivati con il volto coperto nel villaggio palestinese di Jit, in Cisgiordania, vicino a Nablus. Hanno iniziato a dare fuoco a case e macchine, hanno lanciato pietre e molotov. Durante l’attacco è stato ucciso un palestinese di ventitré anni. L’esercito israeliano è arrivato, ha disperso la folla, ha fermato alcuni degli assalitori, e le immagini dell’attacco senza giustificazioni raccontano di una caccia al palestinese che molti leader israeliani non hanno tardato a condannare.
Il presidente Isaac Herzog ha detto che l’attacco a Jit danneggia anche quei coloni che vivono seguendo la legge e ha aggiunto che non sono questi i metodi della Torah e dell’ebraismo. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha denunciato “la manciata di estremisti” che ha devastato Jit. Il leader del partito ultraortodosso Shas, Moshe Arbel, ha detto che l’ebraismo è contrario a queste azioni. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha condannato dicendo che non ci sono cittadini che combattono contro il terrorismo, ma solo l’intelligence e l’esercito sono deputati a farlo.
I due ministri estremisti che siedono nel governo, Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, anche hanno parlato. Il primo ha chiamato “criminali” gli aggressori, mentre il secondo ha dato la colpa al ministro della Difesa e al capo dell’esercito. Ma questi aggressori si sentono forti proprio perché si sentono protetti da due ministri come Smotrich e Ben-Gvir che, nonostante rappresentino partiti relativamente piccoli, hanno un grande potere di ricatto dentro al governo: spesso minacciano il premier di andarsene sapendo che ha bisogno di loro per rimanere al potere. Smotrich e Ben-Gvir sono riusciti ad avere molto da Netanyahu e hanno reso molto rumorosa una minoranza sempre esistita, ma che ora non soltanto si sente rappresentata, ma pure intoccabile. Sono un pericolo per Israele, per il suo futuro, per il progetto di convivenza che il 7 ottobre ha gravemente messo a rischio: questi episodi di violenza fanno esattamente il gioco di Hamas.
Dalle piazze ai palazzi