Editoriali
Kamala e Toti. Le banalizzazioni di Urbinati su soldi e politica non fanno onore alla verità
La politologa della Columbia su Domani si lancia in una surreale contrapposizione tra i finanziamenti alla candidata democratica americana e "i casi di sospetta corruzione" in Liguria
La politica è complicata e ha bisogno di semplificazioni, ma quando sono eccessive, anziché aiutare a spiegare la realtà la deformano. E sorprende se le banalizzazioni deformanti sono opera di scienziati della politica. Nadia Urbinati, politologa alla Columbia University, ha scritto sul Domani del ruolo dei soldi in politica prendendo come esempio le presidenziali americane. Il messaggio è che i soldi che arrivano a Kamala Harris sono buoni e puliti: “La valanga di donazioni individuali e spontanee al Partito democratico ha una direzione che fa bene alla politica democratica, perché incoraggia la partecipazione e fa sentire chi dona parte del collettivo”. Mentre quelli che vanno a Donald Trump sono sporchi e cattivi: “I repubblicani stanno raccogliendo miliardi di dollari, soprattutto da multinazionali. Questa forma di denaro deve preoccupare la democrazia”, scrive Urbinati facendo l’esempio di Elon Musk che “dona 45 milioni di dollari al mese a sostegno di Trump”. A parte il fatto che la donazione di 45 milioni di dollari al mese è una notizia falsa, già smentita da un mese da Musk, questo schematismo è ancora più fasullo. Tra i sostenitori di Harris ci sono tanti miliardari e i big della Silicon Valley (Mattia Ferraresi, sempre sul Domani, faceva un’interessante panoramica). E anche questi donatori, come quelli di Trump, vogliono qualcosa in cambio dalla Harris se dovesse vincere: ad esempio sostituire la presidente della Federal Trade Commission, Lina Khan, peraltro molto stimata anche dal vice di Trump J. D. Vance, che si è mostrata molto dura contro le Big Tech. Ma è soprattutto surreale che Urbinati al fundraising “buono” di Harris contrapponga “i casi di sospetta corruzione che hanno travolto il presidente della giunta regionale ligure”. Durante la convention democratica in corso in questi giorni i top donors della Harris pagano fino a 900 mila dollari per partecipare a eventi, cocktail party e brunch. Aldo Spinelli, con i soldi donati a Giovanni Toti, a Chicago non riuscirebbe neppure a prendere una focaccia insieme a Kamala Harris.