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editoriali

Macron alle prese con il governo e le consultazioni sconclusionate a sinistra

Redazione

Il presidente francese accoglierà i leader politici per discutere la nomina del prossimo primo ministro. La candidata del Nuovo fronte popolare si presenta con il sostegno della sinistra, ma la coalizione appare più divisa che mai 

Domani, all’Eliseo, il capo dello stato francese, Emmanuel Macron, accoglierà i leader dei partiti e dei gruppi parlamentari per quello che potrebbe essere l’ultimo giro di consultazioni prima della scelta del prossimo primo ministro. Gli occhi sono puntati su Lucie Castets, la candidata per Matignon proposta dal Nuovo fronte popolare (Nfp), l’alleanza delle sinistre socialista, ecologista, comunista e mélenchonista uscita dalle elezioni legislative di luglio con il più alto numero di deputati all’Assemblea nazionale. Ma le speranze di essere nominata per l’economista 37enne e attuale direttrice delle finanze del comune di Parigi sono deboli.

 

 

La coalizione che la supporta si presenta alle consultazioni più disunita e litigiosa che mai, in ragione dei capricci degli Insoumis, che hanno indispettito gli altri partiti. Il 18 agosto, in una lettera aperta sulla Tribune  dimanche, Jean-Luc Mélenchon, líder máximo di Lfi, ha brandito la minaccia dell’articolo 68 della Costituzione, che prevede la destituzione del presidente in caso di “inadempienza dei propri doveri”. Per Mélenchon, non affidando l’incarico a Castets, Macron si sta rendendo protagonista di un “atto di forza istituzionale contro la democrazia”. La minaccia di destituzione, ha scritto il frontman della sinistra giacobina, è l’“ultimo avvertimento al capitano del Titanic”. La lettera aggressiva di Mélenchon, tuttavia, ha suscitato un’ondata di indignazione non solo nel campo macronista, ma anche all’interno di Nfp. Socialisti, ecologisti e comunisti si sono dissociati, e Raphaël Glucksmann, nuovo leader del socialismo francese, ha dichiarato sul Point che “bisogna voltare pagina sia rispetto a Macron sia a Mélenchon”. Tra i socialisti, per provare a uscire dal pantano mélenchonista, si fa largo il nome del sindaco di Saint-Ouen Karim Bouamrane, che ieri sulla Voix du Nord si è detto pronto a costruire un “compromesso globale” con tutte le componenti dell’arco repubblicano. Ma senza gli impresentabili Insoumis. 

 

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