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Editoriali

L'ostinazione brutale di Maduro nel mantenere in piedi il suo castello di carte

Redazione

Juan Carlos Delpino, uno dei cinque rettori del Consiglio nazionale elettorale, dice che "non ci sono prove della vittoria di Maduro" e denuncia i brogli e i piani del governo per mantenere il potere. Lo stato risponde con minacce sempre più pesanti

Adesso anche uno dei cinque rettori del Consiglio nazionale elettorale (Cne) del Venezuela contesta la legittimità della proclamazione della vittoria di Nicolás Maduro. “Non ci sono prove della vittoria di Maduro”, ha detto Juan Carlos Delpino in un’intervista al New York Times, dopo che su X aveva denunciato: “Tutto ciò che è accaduto prima, durante e dopo le elezioni presidenziali indica la gravità della mancanza di trasparenza e di veridicità dei risultati annunciati”. Delpino era uno dei due membri di minoranza del Cne per l’opposizione, e per assumere l’incarico era tornato dagli Stati Uniti, dando credibilità al processo di negoziato tra governo e opposizione, ma dopo la proclamazione dei risultati contestati è entrato in clandestinità (sembra sia a Panama).
 

Oltre alla denuncia riguardo al processo di conteggio dei voti delle elezioni presidenziali del 28 luglio, Delpino elenca le inadempienze con cui il regime ha cercato di ostacolare l’opposizione, dall’aver voluto un voto quasi ad agosto invece che a ottobre fino all’esclusione di candidati e di osservatori internazionali. “Mi vergogno e chiedo perdono al popolo venezuelano. Perché l’intero piano architettato – tenere elezioni accettate da tutti – non è stato realizzato”, ha aggiunto.
 

L’altro membro del Cne per l’opposizione Aime Nogal invece sta zitto: a contestare il risultato ufficiale si rischia di essere denunciati per “terrorismo” e altri reati. Lo stesso González Urrutia, il candidato dell’opposizione, è stato convocato a testimoniare nell’ambito di un’indagine per “presunta commissione dei reati di usurpazione di funzioni, falsificazione di documenti pubblici, istigazione alla disobbedienza alle leggi, delitti informatici, associazione per delinquere e cospirazione”. Ha risposto annunciando che l’opposizione coglierà l’occasione per presentare i verbali di scrutini in suo possesso, e chiede a Maduro di fare altrettanto. Ue, Stati Uniti e altri dieci paesi delle Americhe rifiutano la vittoria di Maduro; il brasiliano Lula e il colombiano Petro sono tornati a chiedergli di esibire i verbali.

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