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Editoriali

La cella di un prigioniero politico russo

Redazione

Gorinov è malato e senza assistenza: una lettera necessaria alla Croce rossa

Alexei Gorinov è un avvocato russo, ha dedicato la sua vita alla politica, era tra coloro che speravano che dopo il crollo dell’Urss anche Mosca potesse conoscere la libertà e si è messo a lavoro per renderlo possibile. Non ci è riuscito – qualcuno, di lui come degli altri, dice: ha fallito – ma quando la Russia ha invaso l’Ucraina è stato tra i primi a contestare – e qui nemmeno i più severi possono dire che non sapesse a cosa andava incontro con le sue critiche. Gorinov sapeva cosa stava rischiando, ma credeva anche che la sua parola potesse avere un valore. E’ stato arrestato, portato in prigione, condannato a sette anni per “falsità sull’esercito russo”. Durante un’udienza, Gorinov arrivò in aula con un cartello con su scritto: “Avete ancora bisogno di questa guerra?”. Lo mostrava dietro il vetro in cui vengono messi gli imputati mentre le guardie, prima di strapparglielo, cercavano di coprirlo dagli scatti dei fotografi presenti. A un’altra udienza si presentò con un altro cartello: “Sono contro la guerra”.

  

   

Poco dopo essere stato condannato, Gorinov è scomparso e soltanto due settimane dopo si è saputo che era stato portato nell’ospedale della colonia penale numero 3 di Vladimir, nella regione di Mosca. Non era detenuto lì, i suoi legali non erano stati avvisati del trasferimento e lo trovarono in pessime condizioni di salute. Gorinov è ancora malato e non riceve assistenza, il premio Nobel Dmitri Muratov (direttore di Novaja Gazeta, colpito da intimidazioni e attentati) ha mandato una lettera alla Croce rossa internazionale per chiedere di intervenire: non ha materasso né coperta, non ha acqua calda, non riceve lettere né chiamate. Come lui vengono trattati gli altri prigionieri politici, sottoposti a privazioni e umiliazioni continue e la situazione si aggrava se il detenuto, come Gorinov, si trova in brutte condizioni di salute pregresse. Muratov, prendendosi un rischio, ha scritto alla Croce rossa. La Croce rossa, senza grossi rischi, darebbe una necessaria prova dei suoi valori esercitando pressione per portare assistenza.

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