editoriali
Ma esattamente sull'Ucraina qual è la linea del Pd?
Il deputato europeo del Pd Giorgio Gori invita il suo partito a insistere nella “linea del pieno sostegno a Kyiv". Un'occasione per evidenziare le ambiguità del governo. Ma prima servirebbe chiarire la posizione dei dem
Il deputato europeo del Pd Giorgio Gori ha invitato il suo partito a insistere nella “linea del pieno sostegno a Kyiv, meritoriamente sostenuta fino a oggi”. In particolare, Gori sostiene che “l’Ucraina deve potersi difendere anche prima che i missili russi piovano sulle sue città”. Il riferimento è alle tesi secondo cui le armi fornite, in particolare dall’Italia, dovrebbero essere impiegate solo sul territorio nazionale. “Sostenere il contrario, come fanno Ungheria e Slovacchia, e come fa il governo italiano isolandosi dall’Europa, favorisce soltanto Putin”. Gori ha ragione e se il Pd fosse davvero unito su questa linea di fermezza potrebbe aprire una polemica contro le ambiguità del governo italiano (che però non possono essere assimilate alle posizioni filo russe dell’Ungheria e della Slovacchia).
In effetti la posizione del governo italiano è contraddittoria. Da una parte sostiene l’Ucraina, invia armi e cerca di farlo con tempestività, tanto che il ministro della Difesa si è lamentato con le aziende produttrici che ritardano le consegne per ferie “mentre in Russia e in Cina si lavora 24 ore al giorno”. Lo stesso Crosetto, che ricorda come i rapporti con l’Ucraina siano eccellenti e che non ci siano rimostranze verso il comportamento dell’Italia, ha poi sostenuto che l’uso sul territorio russo delle armi italiane non sarebbe consentito perché in contrasto con la Costituzione: c’è da sperare, ovviamente, che il governo non abbia iniziato a concentrarsi solo sulla sostanza dell’appoggio politico e militare all’Ucraina, iniziando a muovere qualche passo di lato dalla difesa a Kyiv.
L’opposizione, che ha a disposizione solo l’espressione pubblica delle posizioni politiche, avrebbe comunque il dovere di insistere su questa contraddizione evidente e avrebbe il dovere di fronte ai fascismi putiniani non di abbracciare la linea prudente del governo ma di lavorare affinché la sua prudenza possa trasformarsi in un problema politico. Ma più che farsi coraggio occorrerebbe fare chiarezza: ma esattamente, sull’Ucraina, qual è la linea del Pd?
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