editoriali

Colpire Israele a Monaco

Spari in Baviera vicino al consolato. La scia di attacchi e l'odio verso l'occidente

Redazione

Oggi a Monaco è morto solo l’attentatore, freddato sul colpo dalla polizia. A Mannheim lo scorso 31 maggio, invece, è stata proprio la polizia a subire una perdita: il commissario 29enne Rouven Laur aggredito dall’attentatore per essersi interposto fra questi e le altre sue vittime. A Solingen, lo scorso 23 agosto, a perdere la vita sono stati tre civili fra i 55 e i 65 anni scesi un piazza per godersi un concerto all’aperto una sera d’estate. Monaco in Baviera, Mannhein in Baden-Württemberg, Solingen in regione renana. Qua l’attentatore era un siriano e il suo gesto rivendicato dallo Stato islamico. A Mannhein ad avventarsi sui partecipanti a una manifestazione contro l’islam politico era stato un afghano mentre l’attentatore di Monaco sarebbe un cittadino austriaco di origine bosniaca noto alla polizia del suo paese perché già radicalizzato a dispetto della sua giovane età; aveva 18 anni. Chissà sa aprire il fuoco contro il consolato israeliano nella grande città bavarese sia stata una sua idea o suggerita da qualche reclutatore di anime perse. Fino a pochi anni fa, il loro obiettivo era mandare i giovani europei a combattere in Siria o in Iraq. Oggi il nemico è l’Europa stessa: il bianco, il cristiano, il tedesco e, come sempre, l’ebreo.

 

Il giovane austriaco non ha scelto una data a caso per colpire Israele in Baviera: il suo gesto suicida è caduto nel 52esimo anniversario del massacro di Monaco, quando un commando dell’organizzazione terrorista palestinese Settembre Nero rapì, seviziò e uccise gli atleti israeliani al villaggio olimpico. Settembre Nero era un gruppo laico eppure i suoi gesti – infierire su civili inermi – sono identici a quelli di Hamas mezzo secolo dopo. C’è un filo conduttore allora che unisce il male di ieri a quello di oggi: laici o islamici, siriani, palestinesi o afghani, gli odiatori dell’occidente odiano gli ebrei. L’occidente che oggi si schiera contro Israele smarrisce sé stesso, e anche l’istinto di sopravvivenza.

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