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Von der Leyen rinvia la presentazione della nuova Commissione e i socialisti puntano i piedi su Fitto

Redazione

La presidente si prende una settimana in più per annunciare i nomi della sua squadra: ufficialmente manca il candidato sloveno, ma alcuni equilibri vanno ancora perfezionati. "Portare Ecr nel cuore della Commissione sarebbe la ricetta per perdere il sostegno dei progressisti", si legge in una nota

La presentazione della formazione della nuova Commissione europea è stata rinviata. La presidente Ursula von der Leyen ha annunciato che non si terrà più domani,  11 settembre, ma la settimana prossima, il 17.
 

Ufficialmente il rinvio si deve al fatto che la Slovenia non ha ancora ufficializzato la propria nomina, che deve prima passare dal Parlamento nazionale. Dovrebbe essere indicata Marta Kos – dopo che il commissario scelto inizialmente, Tomaz Vesel, si è ritirato venerdì dal ruolo di candidato per divergenze con la presidente. Ma dietro alla scelta di von der Leyen ci sarebbero anche altre ragioni, ovvero divergenze su competenze e portafogli da assegnare che ancora devono essere limati. Una partita in cui rientra anche Raffaele Fitto. Proprio oggi i leader del partito dei Socialisti europei (Pse) e del gruppo dei Socialisti e democratici (S&d) hanno espresso alcuni dubbi sul ruolo che potrebbe avere un esponente di Ecr nella Commissione. Dopo un vertice all'Eurocamera, con una nota hanno avvertito von der Leyen che il loro sostegno non è scontato: "Ignorare il processo di spitzenkandidat, minare l'equilibrio di genere nel Collegio, mettere un commissario per l'occupazione il cui impegno per i diritti sociali è discutibile nella migliore delle ipotesi, portare proattivamente l'Ecr nel cuore della Commissione, questa sarebbe la ricetta per perdere il sostegno dei progressisti". 

I socialisti rivendicano un peso maggiore negli equilibri della squadra su cui lavora von der Leyen. "Come secondo gruppo politico più grande, con un margine significativo, i socialisti sono centrali per una maggioranza pro-europea insieme al Partito Popolare europeo della presidente von der Leyen, ai Liberali di Renew Europe e ai Verdi europei", si legge ancora nella nota.

Dalla presa di posizione che potrebbe complicare la partita di Fitto, prende le distanze il Pd. "Fitto sarà valutato senza alcun pregiudizio ma è necessario che dia segnali ampiamente europeisti nella sua presentazione", dicono all'Ansa fonti parlamentari dalla delegazione del Partito democratico a Bruxelles. Una posizione espressa anche da Pina Picierno oggi al Foglio. Nei giorni scorsi era emerso che tra i primi a porre il tema del ruolo di vicepresidente esecutivo da affidare al ministro Raffaele Fitto erano state le delegazioni francese e tedesca.


Tra i nodi da sciogliere, racconta poi Politico, c'è anche quello relativo a Teresa Ribera, socialista spagnola: potrebbe ottenere un ruolo pesante, da commissario all'Industria. Una prospettiva che i Popolari vogliono scongiurare a causa della sensibilità troppo green di Riberira, vicepresidente spagnolo e ministro per la Transizione ecologica.


L’Europa non può però permettersi altri ritardi perché per poter essere operativa dal primo novembre, la Commissione dovrà farsi votare dal Parlamento durante la sessione plenaria del 21-24 ottobre a Strasburgo. Se così non dovesse essere, come pensano molti eurodeputati, si dovrà aspettare il mese successivo, ma a quel punto peseranno anche i risultati delle elezioni americane del 5 novembre.
 

Von der Leyen inoltre non ha ancora completato la lista definitiva a causa anche alcune divergenze nate con i rappresentanti dei singoli paesi. Sta facendo pressione affinché venga rispettata la parità di genere nominando due candidati, un uomo e una donna. Al momento, però, gli uomini costituiscono la maggioranza dei nomi indicati e l’unico stato a seguire le indicazioni della presidente è stato la Bulgaria. Se la situazione restasse così, ci sarebbero sedici uomini e nove donne.
 

Oltre a questo, c'è chi chiede un maggiore equilibrio tra i futuri commissari e la maggioranza parlamentare uscita dalle elezioni dell’8 e 9 giugno scorsi: il Partito popolare avrà tredici commissari, i socialisti cinque e i liberali quattro. Mentre i Verdi, che pure avevano sostenuto von der Leyen, non avranno nessun commissario. Faranno invece  parte della Commissione esponenti dei partiti che non hanno sostenuto il bis di Ursula: i Conservatori di Giorgia Meloni e i Patrioti di Matteo Salvini e Marie Le Pen avranno due rappresentanti, rispettivamente Raffaele Fitto di Fratelli d’Italia e l’ungherese Oliver Varhelyi. 

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