editoriali
Bruxelles è fredda con Urrutia
L’Ue non vuole riconoscere il leader venezuelano per non ripetere “l’errore Guaidó”
Con una “proposta non di legge” (Pnl), 177 dei 350 deputati spagnoli hanno chiesto al governo di riconoscere Edmundo González Urrutia come “legittimo vincitore delle elezioni presidenziali del 28 luglio 2024 in Venezuela e, quindi, come presidente eletto e legittimo del Venezuela”. Ma il governo, che ha accolto lo stesso González Urrutia offrendogli una protezione decisiva, fa resistenza, spiegando che si basa sulle indicazioni dell’Unione europea, dovute all’esperienza negativa di quando fu riconosciuto come legittimo presidente Juan Guaidó – nonostante la stessa Ue sia comunque ferma sul non riconoscimento di Maduro. La Pnl è stata presentata dal Partito popolare, votata poi sia da Vox che dal Partito Nazionalista Basco: due forze politiche che sull’avversione a Maduro sono perfettamente d’accordo. Se però questo voto ha un forte valore politico, non è vincolante per il primo ministro Pedro Sánchez, il gruppo parlamentare del cui Partito Socialista Operaio Spagnolo ha spiegato che il riconoscimento di González Urrutia come presidente eletto non significherebbe “far sparire Maduro come per magia”, e ha paragonato la situazione al riconoscimento di Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela nel 2019, che “non è servito a nulla”. Sánchez, a Shanghai per un viaggio in Cina, ha fatto sapere che per il momento non modificherà la sua posizione perché starebbe lavorando insieme agli altri partner dell’Ue per raggiungere un’unità “che ci permetta di avere spazio di mediazione qui alla fine dell’anno, affinché si possa trovare una soluzione che trasmetta la volontà democratica espressa alle urne dal popolo venezuelano”.
C’è in teoria tempo fino al 10 gennaio 2025, data in cui il vincitore delle elezioni presidenziali del 28 luglio dovrà assumere la carica di presidente del Venezuela. Tuttavia, Sánchez non ha dettagliato i termini della trattativa né ha chiarito l’obiettivo. E non ha chiarito quali potranno essere gli strumenti di pressione verso un regime i cui margini di involuzione sono sempre più pesanti.
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