editoriali
La caccia di Putin ai giornalisti. Tajani convoca l'ambasciatore sul caso Battistini
La scelta del ministro degli Esteri dopo l'inserimento dell'inviata Rai nella lista dei ricercati dall'Fsb. Mosca contro la Nato
Provare a non farsi intimidire è già un primo passo. A metà agosto l’inviata della Rai Stefania Battistini, con l’operatore Simone Traini e altri reporter stranieri, aveva messo a segno un colpo giornalistico, entrando in territorio russo dall’Ucraina e documentando, tra i primi, gli effetti della controffensiva nella regione di Kursk. La reazione di Mosca era stata isterica e lesiva del diritto internazionale dell’informazione, l’Fsb aveva annunciato un “provvedimento penale” per attraversamento illegale dei confini contro i nostri giornalisti. Un atto intimidatorio, cui la Rai e il nostro governo avevano evitato di rispondere con la necessaria durezza. La Rai fece rientrare i due giornalisti “per garantire sicurezza e tutela personale”.
Oggi invece, di fronte alla decisione del ministero dell’Interno russo di inserire Battistini nella lista dei ricercati (la pericolosità di essere “ricercati” dall’Fsb non ha bisogno di essere spiegata) il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha preso una decisione giusta: “Ho fatto convocare alla Farnesina l’ambasciatore della Federazione russa in Italia per manifestare la nostra sorpresa a causa della singolare decisione di Mosca di inserire la giornalista Battistini nella lista dei ricercati diramata dal ministero dell’Interno russo”, ha annunciato su X. L’atteggiamento intimidatorio e propagandistico del regime russo non è certo una novità, ma la “caccia” ai giornalisti occidentali fa il paio con le ultime dichiarazioni di Putin, che ha reagito male alla possibilità da parte dell’Ucraina di usare sul territorio russo i missili a lungo raggio forniti da Stati Uniti e Regno Unito. In un messaggio ripreso dalle agenzie, Putin dice che con l’utilizzo di queste armi da parte ucraina “cambia la natura del conflitto e i paesi della Nato saranno in guerra con Mosca”. E la Russia “prenderà le decisioni appropriate”. Anche in questo caso poco di nuovo: è dall’inizio della invasione dell’Ucraina che il Cremlino si ritiene aggredito dalla Nato. Per oggi, possiamo almeno registrare che il governo italiano ha fatto un passo giusto.