Editoriali
La strategia fluida di Zelensky, mentre aspetta la lentezza degli alleati
Mentre l'Ucraina subisce l'attendismo dell'occidente, la coalizione delle autocrazie è già solida ed è pronta a sfidare il resto del mondo. Per questo Kyiv continua a difendersi con quello che può
Negli ultimi mesi l’Ucraina ha cambiato il passo della guerra: in attesa del via libera da parte degli alleati – e soprattutto dell’America di Joe Biden – di poter colpire direttamente e in profondità la Russia, il gabinetto di Zelensky si è adattato, e le tattiche militari sono diventate sempre più fluide. L’altro ieri un attacco a sorpresa con un centinaio di droni ha colpito al cuore i depositi di munizioni più letali della Russia: le Forze armate ucraine hanno compiuto un’operazione inedita nel sito militare di Toropec, a quasi cinquecento chilometri dal confine, dove i russi avevano un deposito segreto di missili e munizioni – anche di quelle iraniane e nordcoreane. Toropec è diventata “una palla di fuoco”, ed è stata “cancellata dalla faccia della terra”, ha detto in forma anonima ai media un funzionario dell’intelligence ucraina. La strategia di adattamento del governo di Kyiv ha come obiettivo le forze offensive che la Russia usa contro il territorio ucraino, mentre secondo diversi media internazionali, sul campo Mosca continua ad avere un vantaggio tattico, e a guadagnare terreno nel Donetsk.
Perché dopo tutto questo tempo il Cremlino può continuare a fare la guerra contro l’Ucraina è grazie agli aiuti che gli arrivano dall’alleanza delle autocrazie. Non a caso nei giorni scorsi Sergei Shoigu, potente ex ministro della Difesa di Putin e ora segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, è stato prima in Corea del nord, a Pyongyang, dove ha incontrato anche il leader supremo Kim Jong Un, e dall’altro ieri è a Teheran, dove ha incontrato il suo omologo Ali Akbar Ahmadian e il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, che ha assicurato che le relazioni tra Teheran e Mosca si potenzieranno in “modo continuo e duraturo”. Mentre l’occidente è ancora è incartato sulle sue riflessioni, sui metri da mettere a disposizione dell’Ucraina per difendersi con le armi occidentali, la coalizione delle autocrazie è già solida e pronta a sfidare non solo Kyiv, ma anche il resto del mondo.