Editoriali
Il Papa scivola sugli “onorevoli compromessi”
Le “oneste trattative” fra Kyiv e Mosca oggi sarebbero un favore ai russi
Nel suo primo discorso in Lussemburgo, il Papa ha già fatto intendere che questo viaggio resterà come uno dei più significativi del pontificato. Francesco il missionario parla all’Europa secolarizzata e lo fa per la prima volta laddove le chiese chiudono per mancanza di fedeli. Ieri, davanti alle autorità, la società civile e il corpo diplomatico, Bergoglio ha dedicato una parte sostanziale del suo intervento al Vecchio continente che progressivamente ha perso la memoria e si ritrova a fare i conti con il ritorno a percorrere “le tragiche vie della guerra”.
“Si deve constatare – ha aggiunto il Pontefice – il riemergere, anche nel continente europeo, di fratture e di inimicizie che, invece di risolversi sulla base della reciproca buona volontà, delle trattative e del lavoro diplomatico, sfociano in aperte ostilità, con il loro seguito di distruzione e di morte”. L’esempio più immediato è quello del conflitto seguìto all’invasione russa dell’Ucraina e Francesco dice che “Vi è un impellente bisogno che quanti sono investiti di autorità si impegnino con costanza e pazienza in oneste trattative in vista della soluzione dei contrasti, con l’animo disposto a individuare onorevoli compromessi, che nulla pregiudicano e che invece possono costruire per tutti sicurezza e pace”. E qui si torna, seppur velata dal tono diplomatico, alla frase sulla “bandiera bianca” pronunciata lo scorso inverno. Quali sono questi “onorevoli compromessi” di cui parla il Papa?
La situazione oggi appare cristallizzata: la Russia non ha alcuna intenzione di restituire quanto occupato e illegalmente annesso (illegalmente, ché conta il diritto internazionale non le storielle su Krusciov alticcio che per sbaglio avrebbe dato la sua Crimea all’Ucraina), Kyiv logicamente non può accettare di lasciare al nemico invasore quanto toltole. Sarebbe una resa evidente. Trattare con chi minaccia un giorno sì e l’altro pure di usare l’arma nucleare per radere al suolo un territorio invaso di onorevole ha ben poco.