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Hezbollah dice di essere pronto per uno scontro a terra, mentre Israele bombarda il centro di Beirut

Redazione

Dopo la morte di Nasrallah, parla il numero due del gruppo, Naim Qassem. Israele starebbe preparando un'incursione. Per la prima volta dal 2006, colpito il cuore della capitale libanese: morti tre dirigenti del Fplp. Le condizioni di Tel Aviv per un cessate il fuoco

   

Hezbollah: pronti ad affrontare incursione israeliana via terra

Dopo l'uccisione di Hassan Nasrallah e la decimazione della leadership di Hezbollah, lo sceicco Naim Qassem ha diramato oggi il suo primo discorso, iniziato con un giuramento sul fatto che il gruppo terroristico è pronto ad affrontare qualsiasi operazione di terra che le truppe israeliane volessero lanciare. "Affronteremo ogni eventualità – ha detto il numero due del gruppo libanese – e se gli israeliani decideranno di entrare via terra, le forze della resistenza saranno pronte". Nelle scorse ore e giorni sono arrivati diversi segnali su una possibile operazione boots on the ground dello stato ebraico, sebbene la reale messa in opera di un'operazione simile rimanga molto complicata (leggi al punto successivo).

Qassem ha negato le affermazioni secondo cui Israele sarebbe stato in grado di distruggere la maggior parte dell'arsenale missilistico del gruppo. Il vice segretario generale di Hezbollah, si è mostrato visibilmente a disagio davanti alla telecamera: incapace di parlare a braccio, ha letto dagli appunti ed è stato più volte costretto ad asciugarsi il sudore dalla fronte. La location nella quale è stato girato il suo video-messaggio è anonima, per non fare identificare all'intelligence nemica la sua posizione: sullo sfondo si vede solo un pannello a listarelle di legno.

 

 

"Nonostante le perdite dei nostri comandanti, gli attacchi contro i civili in tutto il Libano e i grandi sacrifici, non ci muoveremo dalla nostra posizione", ha aggiunto Qassem, che ha anche confermato il sostegno di Hezbollah ad Hamas: "Continueremo a sostenere Gaza e a difendere il Libano". Il nuovo capo temporaneo di Hezbollah ha poi spiegato che l'organizzazione eleggerà presto il successore "ufficiale" di Nasrallah, tramite una procedura interna, sottolineando che per ogni comandante e ogni funzionario ci sono dei sostituti. Il successore designato è Hashim Safi al Din, un personaggio chiave nel lavoro politico e sociale del gruppo jihadista, cugino di Nasrallah e con legami familiari con Qassem Suleimani, l'ex comandante della Forza Quds dell'Iran. . Safi al Din era uno dei pochi leader anziani di Hezbollah rimasti ancora in vita a non essere presente sul luogo dell'attacco israeliano a Beirut che ha ucciso Nasrallah, nella notte tra venerdì e sabato scorsi.

 

La possibilità di un'incursione via terra in Libano

Le dichiarazioni di Qassem sulla possibilità di fronteggiare un'invasione di terra arrivano dopo i segnali che Israele sta lanciando da diversi giorni: i carri armati israeliani sono ammassati vicino al confine libanese e sono stati chiamati i riservisti (anche se in numero relativamente esiguo). Secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, alcune piccole operazioni mirate sarebbero già iniziate: le forze speciali israeliane hanno effettuato brevi raid preliminari in Libano attraverso la rete di tunnel costruiti proprio da Hezbollah al confine tra i due paesi, per raccogliere informazioni in vista di una possibile invasione del Libano via terra che Israele potrebbe lanciare già questa settimana. 

La settimana scorsa, invece, l'esercito libanese ha segnalato all'Onu la presenza di truppe israeliane in un'area tra Hanita sul lato israeliano e Alma el Chaab sul lato libanese, vicino alla Blue Line, il confine tracciato dalle Nazioni Unite dopo che le forze israeliane si sono ritirate dal Libano meridionale nel 2000.

Anche il ministro della Difesa Yoav Gallant non ha escluso un'incursione via terra. Parlando alle forze di Difesa israeliane operative sul confine nord, questa mattina ha dichiarato che Israele "farà tutto quello che sarà necessario", utilizzando fanteria, carri armati, navi e potenza aerea. Israele tuttavia è sotto forte pressione da parte degli Stati Uniti che chiedono a Tel Aviv di non effettuare un'invasione in Libano, che per altro farebbe schizzare alle stelle la tensione nella regione. Il governo di Israele tuttavia ha in mente di creare una zona cuscinetto per fermare gli attacchi di Hezbollah che hanno costretto circa 60 mila persone ad abbandonare le loro case nel nord e prevenire il tipo di attacco transfrontaliero che Hamas ha condotto il 7 ottobre, e che molti in Israele temono possa ripetersi.

   

Ucciso il leader di Hamas in Libano

Hamas ha annunciato che il suo leader in Libano, Fateh Sherif Abu el Amin, è stato ucciso in uno degli attacchi israeliani nel sud del paese. L'Aeronautica militare israeliana ha detto anche di aver colpito la notte scorsa il complesso dell'ex scuola Abu Jafar Al Mansour, nel nord della Striscia di Gaza, al cui interno si trovava "un centro di comando e controllo" di Hamas.

  

L'attacco di Israele su Beirut centro: uccisi tre dirigenti del Fronte popolare per la liberazione della Palestina

Mentre il Consiglio della Shura di Hezbollah, l'organismo decisionale centrale del gruppo jihadista libanese, ha scelto Hashim Safi al Din per sostituire Hassan Nasrallah, Israele continua ad attaccare in Libano. Nella notte tra domenica e lunedì un drone dello stato ebraico ha colpito, per la prima volta dal 2006, nel centro di Beirut (negli scorsi giorni Israele si era limitata a bombardare aree periferiche). L'obiettivo era un appartamento nel quartiere Kola. Nel raid sono morti tre dirigenti del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, gruppo politico e militare di orientamento marxista attivo in Cisgiordania e Libano: secondo quanto riferito dalla stessa organizzazione, i membri uccisi nell'attacco sono Muhammad Abdel Aal, capo del dipartimento di sicurezza militare del Fplp, Imad Awda, comandante militar e del Fplp in Libano, e Abdul Rahman Abdel Aal. L'Idf ha lanciato nella notte anche un attacco alla valle della Bekaa contro varie postazioni lanciarazzi ed edifici dove erano conservate le armi degli islamisti libanesi. 

  

 

Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha comunicato a oltre 25 suoi omologhi che Israele non accetterà un cessate il fuoco in Libano senza che Hezbollah si allontani dal confine con Israele e resti disarmato a nord del fiume Litani. Complessivamente, nei bombardamenti degli ultimi giorni Israele sostiene di aver ucciso una ventina di importanti membri di Hezbollah, alcuni dei quali molto vicini allo stesso Nasrallah.

     

Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha ordinato alla portaerei Uss Abraham Lincoln e ai cacciatorpedinieri del suo gruppo di attacco di restare in Medio Oriente, appena un mese dopo averli dirottati nella regione mentre dovevano essere dispiegati nel Pacifico, e che l'Uss Wasp Amphibious Ready Group /Marine Expeditionary Unit continui a operare nel Mediterraneo orientale.

 

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