Autostrada del Brennero. Foto LaPresse

editoriali

Il Brennero tra Salvini e Kickl

Redazione

Il leader della Lega esulta per la vittoria dell'Fpo, ma l’estrema destra austriaca promette solo guai per noi: dall'immigrazione al trasporto dei mezzi pesanti 

Tra i cortocircuiti innescati dall’avanzata dell’estrema destra in Europa, quello sull’immigrazione resta il più lapalissiano. Succede così che la vittoria dell’Fpo di Herbert Kickl in Austria, che si è affermato come primo partito al voto di domenica scorsa, ha entusiasmato il suo alleato italiano, Matteo Salvini. “Il popolo austriaco ha votato e ha premiato i nostri amici e alleati, una giornata storica nel nome del cambiamento”, ha esultato il leader della Lega. Ma basterebbe volgere lo sguardo al tormentato confine che separa il nostro paese dall’Austria per rendersi conto di quanto l’asse fra i sovranisti europei finisca con lo scontrarsi con la realtà. Kickl è uno dei maggiori sostenitori della chiusura del Brennero per fermare i flussi secondari dei migranti provenienti dall’Italia. Nel 2018, quando ricopriva la carica di ministro dell’Interno, propose persino la formazione di un corpo di polizia speciale – la Grenzschutzeinheit – composta da 600 poliziotti a guardia della frontiera con l’Italia. Ma oltre alle limitazioni alla circolazione delle persone in aperta violazione di Schengen – un problema per il nostro paese, perché i flussi secondari verso l’Austria, seppure illegali, danno respiro al nostro sistema di accoglienza – c’è poi una querelle più recente che riguarda il flusso dei beni. Lo scorso anno l’Austria ha imposto delle limitazioni al trasporto su gomma attraverso il Brennero. Per Vienna il motivo è incentivare il commercio su rotaia, per il ministro delle Infrastrutture Salvini si tratta invece di “concorrenza sleale austriaca nei confronti degli imprenditori e degli autotrasportatori italiani, tedeschi e dell’intero continente europeo”. Lo scorso maggio la Commissione Ue ha dato ragione a Salvini, che – giustamente – ha esultato, e  ora l’Italia ha depositato il ricorso alla Corte di Giustizia dell’Ue. Con la vittoria dell’Fpo è solo questione di tempo prima che il governo austriaco torni alle provocazioni al Brennero, giocando con il dossier dei migranti o con quello del commercio. Quando succederà, sarà il caso di chiedere conto a Salvini degli effetti nefasti per il nostro paese della sua amicizia con l’estrema destra austriaca. 

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