Editoriali
Von der Leyen procede a marcia indietro, e non è una brutta notizia
La presidente della Commissione europea fissa l'agenda per i suoi primi cento giorni di governo: ecco che quindi un dietrofront su alcuni provvedimenti del Green deal potrebbe rivelarsi saggio
Generalmente i “primi cento giorni” sono il momento più importante di un mandato di governo, quello degli annunci e dei primi cantieri che fissano la rotta della legislatura. Per Ursula von der Leyen i primi cento giorni del secondo mandato potrebbero essere quelli della marcia indietro. E non è necessariamente una cattiva notizia. La presidente della Commissione ha già annunciato su cosa si concentrerà nei “primi cento giorni”: patto per l’industria pulita, libro bianco sulla difesa europea, visione sull’agricoltura, cybersicurezza negli ospedali, fabbriche di intelligenza artificiale, revisione dell’allargamento e dialogo con i giovani. Niente di straordinario, se si pensa alle raccomandazioni del rapporto di Mario Draghi per permettere all’Europa di recuperare competitività su Stati Uniti e Cina. Ma, proprio in nome della competitività, von der Leyen è sotto pressione per fare marcia indietro nei “primi cento giorni” su alcuni dei provvedimenti del Green deal.
Una prima decisione è arrivata mercoledì, quando la Commissione ha proposto il rinvio di un anno dell’attuazione del regolamento sulla deforestazione, che impone agli importatori europei di certificare che i prodotti immessi sul mercato dell’Ue non provocano la distruzione delle foreste. Verdi e socialisti hanno protestato. Ma le nuove regole avrebbero messo a rischio l’approvvigionamento di legname, caffè, carne di manzo e altri prodotti, con un aumento dei costi per imprese e consumatori. Nel settore automotive, l’Italia fa pressione per rinviare la scadenza del 2035 sulla fine dei motori termici, mentre la Germania chiede di non multare i produttori che non rispetteranno gli obiettivi sulle emissioni a fine 2025. Ci sono altre misure del Green deal che potrebbero richiedere un rinvio, come la direttiva sugli obblighi di due diligence sulla sostenibilità o l’ampliamento del meccanismo di Ets di scambio delle emissioni. Fare passi indietro non è mai facile per un leader politico. Ma per von der Leyen potrebbe rivelarsi saggio.