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editoriali

L'azzardo di Tusk sui migranti in Polonia

Redazione

Il governo di Varsavia fa un annuncio che preoccupa l’Ue. L’effetto domino assicurato

Dal 2021, il confine tra Polonia e Bielorussia è una terra dimenticata in cui il dittatore di Minsk, Aljaksandr Lukashenka, ha orchestrato un traffico di migranti che va avanti con voli diretti fino alla capitale bielorussa proveniente soprattutto dal medio oriente e prove di forza lungo la frontiera in cui i disperati vengono buttati nel territorio polacco, dove trovano guardie pronte a rispedirli dall’altra parte. Spesso, i migranti rimangono bloccati negli inverni rigidi della foresta di Bialowieza, senza ricevere assistenza. Il precedente governo polacco, guidato dal PiS, ha lasciato carta bianca alla polizia di frontiera e il governo attuale con il premier europeista Donald Tusk ha annunciato nel fine settimana che avrebbe sospeso in modo temporaneo il diritto di chiedere asilo per chi arriva dalla Bielorussia.

 

L’iniziativa nazionale ha tutta la potenza per creare un effetto a catena, il premier ha detto di voler chiedere riconoscimento in Europa per la decisione del suo governo ed è consapevole dello scalpore che può creare a Bruxelles. Secondo Varsavia sono i motivi di sicurezza a rendere possibile e comprensibile la decisione, ma in Ue il timore sta tutto nell’effetto domino che minerebbe i valori europeisti, in un periodo in cui la maggior parte dei paesi è pronta a inasprire le regole con o senza il coordinamento europeo e in anni che hanno mostrato quanto la politica abbia usato l’immigrazione per questioni elettorali.  La Bielorussia assieme alla Russia ha capito da anni che l’arrivo dei migranti è in grado di destabilizzare le politiche dei paesi membri, ai confini della Polonia non c’è una crisi migratoria ma c’è una situazione umanitaria che non va permessa. Poi ci sono le questioni interne alla Polonia, in cui Tusk ha mostrato di saper erodere il consenso del PiS ed è intenzionato a vincere anche le elezioni presidenziali che si terranno a maggio del 2025: per restaurare la democrazia polacca dove il governo precedente l’ha sfaldata, non basta essere a capo del governo, serve anche essere  il presidente.

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