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Editoriali

Una nuova èra di guerra

Redazione

La conferma di soldati nordcoreani a sostegno di Putin cambia gli equilibri globali: se i soldati di Kim Jong Un sono pronti a morire in Ucraina per il Cremlino, quest’ultimo deve essere pronto a dare qualcosa di molto importante a Pyongyang. La strategia della “pazienza strategica” da parte dell'occidente non può resistere a lungo

Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ieri ha confermato la presenza di soldati della Corea del nord sul territorio russo: “Iniziamo a vedere le prove del fatto che ci sono truppe nordcoreane che sono andate in Russia”, ha detto Austin. “Quello che stanno facendo dobbiamo ancora scoprirlo”. Anche la portavoce della Nato Farah Dakhlallah ha detto che non si tratta più di pettegolezzi: “Se queste truppe fossero destinate a combattere in Ucraina ciò segnerebbe una significativa escalation nel sostegno della Corea del nord alla guerra illegale della Russia”. Le conferme dimostrano che la relazione fra Mosca e Pyongyang si sta intensificando, ma anche che i timori ripetuti spesso negli ultimi giorni dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky erano fondati. Nessuno ha ancora chiaro quanti saranno esattamente i soldati nordcoreani (qualcuno dice 1.500, altre stime parlano di 3 mila e fino a 12 mila unità entro dicembre), ma c’è un dato che non va sottovalutato: se i soldati di Kim sono pronti a morire per una guerra del Cremlino, allora quest’ultimo deve essere pronto a dare qualcosa di molto importante a Pyongyang. E’ il timore dell’intelligence internazionale: non è detto che i soldati nordcoreani cambino l’assetto della guerra in Ucraina nel breve periodo, e che saranno impiegati sul fronte, ma “siamo in una èra completamente nuova se i soldati nordcoreani muoiono per Putin”, ha detto al New York Times Victor Cha, uno dei più importanti analisti di questioni nordcoreane. Sono i due teatri, quello Euro-Atlantico e quello dell’Indo-Pacifico che s’incontrano. Ieri forse non a caso Kim Jong Un ha visitato per la prima volta una base di missili balistici intercontinentali pronti a essere messi in uso in caso di guerra. Ora sia l’America sia l’Europa sanno che la strategia della “pazienza strategica” con il regime di Pyongyang non può più esistere.