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Editoriali

Dopo le parole di Macron il rapporto tra Francia e Israele è sempre più in crisi

Redazione

Alla conferenza internazionale sul Libano il presidente francese ha dichiarato: “Non sono sicuro che si difenda una civiltà seminando la barbarie”. Il primo ministro Netanyahu gli ha risposto: "Ha cambiato le sue posizioni e si è schierato contro i nostri interessi comuni”

Mercoledì, in un’intervista a Cnews, il canale di informazione di proprietà di Vincent Bolloré, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha manifestato nuovamente la sua delusione per le posizioni diplomatiche nei confronti di Israele assunte dal capo dello stato francese, Emmanuel Macron. “Ho parlato con Emmanuel Macron, e sono rimasto estremamente deluso. All’inizio della guerra ci ha sostenuto, poi, progressivamente, ha cambiato le sue posizioni e si è schierato contro i nostri interessi comuni”, ha dichiarato Netanyahu a Cnews, prima di aggiungere: “Ha messo l’embargo su Israele. L’Iran non lo ha messo su Hezbollah o Hamas”. La delusione del premier israeliano è figlia delle dichiarazioni di Macron del 5 ottobre, a due giorni dall’anniversario dei massacri di Hamas, quando l’inquilino dell’Eliseo ha invocato la fine della consegna di armi a Israele, ma anche della frase scivolosa pronunciata durante un consiglio dei ministri e uscita sul Parisien: “Netanyahu non deve dimenticare che il suo paese è stato creato da una decisione dell’Onu”.

Ieri, nel quadro della conferenza internazionale sul Libano, al termine della quale è stato raccolto un miliardo di aiuti umanitari e militari, Macron ha lanciato nuovamente un appello per un cessate il fuoco immediato, perché “ulteriori danni, vittime e bombardamenti non permetteranno di mettere fine al terrorismo e garantire la sicurezza di tutti”, e condannato duramente Hezbollah. Ma il presidente francese ha risposto anche a Netanyahu, che su Cnews ha rivendicato di difendere la civiltà giudaico-cristiana nella guerra a Gaza e in Libano. “Non sono sicuro che si difenda una civiltà seminando la barbarie”, ha affermato Macron, sottolineando che “Israele sa per esperienza che i suoi successi militari non sono necessariamente una vittoria in Libano”. La crisi diplomatica tra Parigi e Gerusalemme è lungi dall’essere risolta.