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Editoriali

Pedro Sánchez ha un incubo alla sua sinistra e si chiama Podemos

Redazione

I deputati del partito di Ione Belarra non appoggeranno la Legge di Bilancio del premier spagnolo se non in cambio della rottura dei rapporti con Israele e un taglio per legge dei canoni di affitto pari al 40 per cento

Grazie al nuovo corso meno rotturista inaugurato dagli indipendentisti catalani di Junts, il premier socialista spagnolo Pedro Sánchez aveva appena rabberciato il lato destro della sua maggioranza. E pensava di potersi dedicare al “fronte interno” – e cioè a ristrutturare il suo partito che sta affrontando scandali legati alla corruzione. Ma ecco che è smottato il lato sinistro della sua coalizione quando Íñigo Errejón – l’“altro” fondatore di Podemos che, dopo aver litigato con il suo gemello politico Pablo Iglesias, era ora il capogruppo di Sumar, la piattaforma della sinistra radicale guidata dalla vicepremier Yolanda Díaz – è stato travolto dalle accuse di molte donne che ne hanno denunciato le condotte sessuali inappropriate. Errejón ha dato le dimissioni con una lettera zeppa di espressioni grottesche (“Sono arrivato al limite della contraddizione tra personaggio e persona, tra uno stile di vita neoliberista e l’essere portavoce di una formazione che difende un mondo nuovo”).

Ma per la sinistra radicale che ha promosso la legge sul consenso sessuale nota come “ley del solo sí es sí” e che stava già registrando una caduta a vite dei consensi elettorali, il marchio del maschio tossico tatuato sulla faccia da angioletto di Errejón è un colpo durissimo, anche perché pare che non tutti, nel movimento, fossero ignari dei suoi comportamenti. Non bastasse, mentre in Sumar la lotta per la sopravvivenza si intreccia alla resa dei conti interna, ieri gli iscritti di Podemos, l’altro soggetto politico della sinistra radicale, hanno deciso che i loro deputati, il cui voto è determinante, non appoggeranno la legge di bilancio di Sánchez se non in cambio di due cosucce: la rottura dei rapporti con Israele e un taglio per legge dei canoni di affitto pari al 40 per cento. Certo, l’approvazione della legge di bilancio può essere rimandata all’anno prossimo. Ma non si può rimandare un bilancio della coalizione che sostiene Sánchez: un incubo continuo.

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