Editoriali
Le elezioni americane si giocheranno anche sulle donazioni dei SuperPac
Almeno 144 degli 800 miliardari americani presenti nella lista compilata da Forbes “hanno usato la loro ricchezza per influenzare il voto”. L'articolo del Financial Times
Secondo l’ultimo rapporto dell’Americans for Tax Fairness, 150 famiglie miliardarie americane hanno speso 1,9 miliardi di dollari a sostegno di un candidato alle presidenziali che si terranno la prossima settimana (nel 2020, 600 miliardari avevano speso 1,2 miliardi di dollari). E’ probabile che questi numeri siano sottostimati perché molto spesso, e dove è possibile, in particolare nelle donazioni ai SuperPac, i donatori preferiscono non rivelare la loro identità. Il Financial Times ha pubblicato un articolo dal titolo “La battaglia dei miliardari” in cui dice che almeno 144 degli 800 miliardari americani presenti nella lista compilata da Forbes “hanno usato la loro ricchezza per influenzare il voto”. Il quotidiano britannico aggiunge: “Queste cifre sottolineano il grande salto di quantità di denaro entrato nella politica americana dal 2010, quando la Corte suprema ha permesso ai singoli di dare somme illimitate ai SuperPac, formalmente indipendenti dai comitati elettorali”. In questa campagna che secondo le proiezioni sarà la più costosa di sempre, Donald Trump è più dipendente rispetto a Kamala Harris dalle donazioni dei SuperPac: circa un terzo dei suoi fondi arriva da miliardari (per Harris meno di un decimo) e naturalmente buona parte è garantita da Elon Musk, l’uomo più ricco del pianeta che saltella sul palco dei comizi dell’ex presidente. Ieri Musk avrebbe dovuto presentarsi in un tribunale della Pennsylvania dove è stato citato in giudizio per la lotteria che mette in palio un milione di dollari al giorno per gli elettori registrati che forniscono i loro dati e firmano una petizione in cui “giurano” di rispettare la Costituzione. Il caso finirà forse davanti a una Corte federale, ma anche se fin da subito l’iniziativa è parsa perlomeno al limite della legge, non è ancora stata bloccata e non lo sarà prima del voto. Mentre avrebbe dovuto presentarsi in tribunale, Musk ha postato sul suo account X il nome del vincitore del giorno, Joshua, della Carolina del nord (naturalmente la lotteria vale solo per gli elettori degli stati in bilico).
L'editoriale del direttore