Il segretario di stato americano Anthony Blinken in visita in Qatar lo scorso giugno (foto EPA)

editoriali

Quanti rimpianti sul Qatar e i negoziati in medio oriente

Redazione

Senza Doha il potenziale accordo tra Israele e Hamas per liberare gli ostaggi e per il cessate il fuoco è bloccato

Il Qatar ha comunicato che non prenderà più parte ai negoziati sul rilascio degli ostaggi israeliani e il cessate il fuoco. I leader di Hamas, che si sono stabiliti a Doha da decenni, tanto da aver perso ogni contatto con la vita di Gaza, potrebbero lasciare presto il paese del Golfo, per trasferirsi, forse in Turchia, dove hanno sede molte delle attività finanziarie del gruppo. Non c’è mai stata fiducia da parte israeliana nei confronti del Qatar che vede Hamas come una sua creatura, l’ha alimentata, finanziata, protetta per anni, ma era comunque la parte indispensabile con cui parlare, seppur storcendo il naso, nella speranza di ottenere un accordo.

 

Il Qatar ha finanziato molte campagne contro Israele, ha inondato i campus americani di denaro proprio con l’intenzione di creare un’opinione pubblica contraria allo stato ebraico e agli ebrei – ne sono state una conseguenza anche le manifestazioni degli studenti intenti a gridare “from the river to the sea” senza comprendere il significato della frase e tanto sprovveduti da affiancare la kefiah alle battaglie lgbt – e al Qatar sono riconducibili campagne antisemite sui social in modo particolare su TikTok. Eppure, in uno dei tanti paradossi mediorientali, a Doha il capo del Mossad David Barnea è andato più volte per trattare e incontrare alleati. La stessa cosa hanno fatto gli americani, il segretario di stato Antony Blinken nei suoi viaggi in medio oriente non ha mai tralasciato il Qatar, spingendo anche per una pressione più decisa contro i leader di Hamas che, soprattutto dopo l’uccisione di Yahya Sinwar, rimanevano gli unici in grado di sbloccare l’accordo.

Doha, nell’abbandonare i negoziati ha detto di non aver visto segnali di apertura né da parte di Hamas né del governo israeliano, ma rimane il dubbio che, se avesse voluto, il paese sarebbe riuscito a convincere la leadership dei terroristi. Senza l’inaffidabile Qatar si apre un problema: chi parlerà con Hamas? La collaborazione con Doha è rodata, trovare un nuovo  partner è complicato. L’accordo per ora è bloccato. 

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