editoriali
Hezbollah e gli scudi di Crosetto
A usare Unifil come scudo non è Israele, ma solo i terroristi filo iraniani. Il ministro della Difesa dovrebbe saperlo
“È intollerabile che ancora una volta una base di Unifil sia stata colpita. Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano, per chiedergli di evitare l'utilizzo delle basi Unifil come scudo”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Ha detto anche che “è ancor più intollerabile la presenza di terroristi nel sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”. Il ministro della Difesa dovrebbe sapere che a usare le basi Unifil come scudi sono soltanto i terroristi di Hezbollah.
La milizia filo iraniana ha piazzato rampe di lancio di missili a venti metri, dalle basi Unifil. Per anni, Hezbollah ha costruito fortificazioni e trasferito enormi quantità di armi nel Libano meridionale. Ma in un rapporto otto anni fa al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l’allora comandante dell’Unifil, il generale irlandese Michael Beary, dichiarava: “Non ho prove, né mi è stata fornita alcuna prova di trasferimenti di armi nella mia area di operazioni. Siamo estremamente attivi nella zona e se ci fosse un grosso deposito di ami, lo sapremmo”. Un’incredula Nikki Haley, valente ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu, osservò che Hezbollah si vantava apertamente delle sue scorte di armi e che solo il comandante dell’Unifil era rimasto “cieco” davanti a tutto questo. Sembra che la cecità abbia afflitto anche alcuni nostri ministri. Non solo. Dall’8 ottobre, l’Unifil non ha fatto niente per impedire a Hezbollah di bombardare Israele.
C’è allora solo da sperare che la frase del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, su Unifil in Libano “per proteggere anche Hezbollah” fosse soltanto una svista imprudente. Perché se fosse un’ammissione, mettendola di fianco alla frase di Crosetto su Israele che usa le basi Unifil come “scudi”, c’è da vergognarsi, almeno un po’.