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Editoriali

Trump alla ricerca di un appeasement con la Cina e con TikTok

Redazione

L'incontro con Chew Shou Zi è avvenuto in concomitanza con l’appello dell’azienda cinese alla Corte suprema americana di sospendere temporaneamente il divieto sull’app. Intanto il presidente eletto sta lavorando per creare un "G2" tra lui e Xi Jinping

L’altro ieri Donald Trump, durante la sua prima conferenza stampa a Mar-a-Lago da presidente eletto degli Stati Uniti, ha detto che Pechino e Washington potrebbero collaborare per “risolvere tutti i problemi del mondo”. E forse non a caso poche ore dopo aver detto pure che “tutti vogliono essere miei amici adesso”, Trump ha incontrato il ceo di TikTok, Chew Shou Zi. Si tratta dell’ultimo ceo del mondo tech a essere andato in pellegrinaggio nella sua residenza in Florida, dopo il ceo di Meta Mark Zuckerberg, quello di OpeAI Sam Altman e il fondatore di Amazon Jeff Bezos (ieri pure l’ad della giapponese SoftBank, Masayoshi Son, ha annunciato un investimento di cento miliardi di dollari in quattro anni in progetti statunitensi). Ma Chew Show Zi resta il più importante per capire la direzione politica della prossima Amministrazione Trump.

 

L’incontro col presidente eletto è avvenuto in concomitanza con l’appello dell’azienda, di proprietà della cinese Bytedance, alla Corte suprema americana di sospendere temporaneamente il divieto sull’app, che entrerà in vigore se TikTok non riuscirà a trovare un acquirente non cinese entro il 19 gennaio, esattamente un giorno prima dell’insediamento ufficiale di Trump. Il futuro presidente aveva lasciato intendere già in altre occasioni che avrebbe potuto bloccare il ban. E del resto Trump sembra sempre più alla ricerca di un appeasement con la Repubblica popolare cinese. Ha parlato del leader Xi Jinping come di “una persona straordinaria”, e secondo diversi osservatori il tycoon, noto per le sue posizioni da falco anti cinese, starebbe invece accarezzando l’ipotesi di un cosiddetto “G2”, una piattaforma di dialogo tra le due potenze che è il sogno della leadership del Partito comunista cinese. Solo ieri, la Commissione Ue ha aperto una procedura contro TikTok ai sensi del Digital Services Act, per il suo ruolo nelle interferenze delle elezioni presidenziali in Romania. Il social di proprietà di Bytedance è sempre più al centro della discussione pubblica perché accusato di essere uno strumento della guerra ibrida contro l’occidente di Pechino.