Editoriali
Per Merz l'Ue si fa a est
L’asse franco-tedesco non funziona da un po’ e a Berlino hanno già il piano B. Ma per Parigi questo cambio di pesi e contrappesi è un problema iniziato già dalla Brexit
La campagna elettorale in Germania è ormai aperta, manca poco più di un mese e i candidati iniziano a fare discorsi sempre più programmatici. Domenica il candidato della Cdu, Friedrich Merz, ha tenuto un discorso non soltanto sulla politica interna della Germania ma anche sull’Unione europea e come intende cambiare i suoi rapporti con gli alleati. Ha detto: “L’Europa deve finalmente crescere, soprattutto nella sicurezza”. E fin qui nulla di nuovo rispetto a ciò che i non sovranisti pensano dell’Ue. Poi il discorso ha preso una piega interessante e il candidato conservatore ha detto che Berlino deve iniziare a stringere un’alleanza sempre più stretta con i paesi dell’Europa orientale, i baltici e i nordici. Merz immagina una Germania affacciata sempre più a est ed è normale come reazione alla guerra di Putin contro l’Ucraina, ma per capire bene il cambiamento bisogna anche pensare alla politica tedesca degli ultimi anni che si è caratterizzata anche per un raffreddamento delle relazioni con Parigi.
Il motore franco-tedesco dell’Unione europea è in panne da un po’, ha perso coordinazione e slancio e Merz non ha intenzione di perdere troppo tempo nel prendersene cura. Ha registrato il cambiamento e intende comportarsi di conseguenza. Il baricentro dell’Ue si sta spostando da tempo, scivola verso la parte centro-orientale come manifestazione di nuove priorità impellenti e il fatto che un candidato cancelliere in Germania lo dica apertamente vuol dire che Berlino vuole affrontare il cambiamento e anche diventarne protagonista. Per Parigi questo cambio di pesi e contrappesi è un problema iniziato da tempo, già dalla Brexit. Ma anche per noi lo è e occorre rendersene conto in fretta se si vuole contare a Bruxelles.