editoriali
Trump parla, Russia e Iran prendono appunti
Le mire del futuro presidente degli Stati Uniti su Groenlandia e Canale di Panama non sono passate inosservate a Mosca e Teheran
Vladimir Putin sta “seguendo attentamente” le affermazioni imperialiste fatte da Donald Trump negli ultimi giorni. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, dopo la conferenza stampa di martedì a Mar-a-Lago, in cui il presidente eletto degli Stati Uniti non ha escluso un’azione militare per conquistare Groenlandia e Canale di Panama: “Make Groenlandia Great Again”, aveva scritto su Truth, poche ore prima che suo figlio atterrasse sull’isola artica per una visita “personale”. Sul Canada ha invece detto che dovrebbe diventare “il 51esimo stato americano”, ha descritto il confine con il paese una “linea tracciata artificialmente” minacciando dazi molto alti.
La Russia non ha perso tempo per intervenire sulle mire espansionistiche americane, e quando a Peskov è stato chiesto di commentare le dichiarazioni di Trump ha detto che l’Artico rientra nella “sfera degli interessi nazionali e strategici della Russia, che è interessata alla pace e alla stabilità in quella zona”. Secondo il portavoce del Cremlino la questione interessa più le relazioni tra Stati Uniti, Danimarca e altri stati, ma se Washington si pronuncia sulla necessità di tenere conto di cosa voglia o meno la popolazione, “allora forse dovremmo ancora ricordare l’opinione delle persone delle quattro nuove regioni della Federazione russa” – cioè i territori occupati illegalmente dell’Ucraina – prendendo come esempio le frasi di Trump sulla Groenlandia per giustificare, ancora una volta, la sua invasione su larga scala del territorio ucraino.
Anche l’Iran ha commentato le dichiarazioni di Trump offrendo il suo sostegno a Canada, Panama, Messico e Groenlandia contro “l’aggressione e il terrorismo” degli Stati Uniti. In molti hanno visto nella volontà di Trump di ridisegnare i confini un’occasione di autocompiacimento per i regimi: “Se fossi Vladimir Putin o Xi Jinping, questa sarebbe musica per le mie orecchie”, ha affermato John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump.