Automotive
Elkann incontra Trump e Stellantis investe negli Stati Uniti
La casa automobilistica vuole ricucire con l'America, dopo le tribolazioni con i sindacati e il calo delle vendite. L'incontro con il presidente americano e il piano di investimenti
Stellantis annuncia nuovi investimenti negli Stati Uniti. La notizia è emersa grazie a una lettera vista dalla Cnn e inviata dal chief operating officer del Nord America, Antonio Filosa, ai dipendenti americani, che spiega quali saranno i prossimi passi della società in America. La casa automobilistica è la prima tra i grandi costruttori del settore automotive a prendere iniziative nel paese dopo il cambio di Amministrazione. John Elkann non è stato fisicamente presente all’inauguration day, nonostante l'ingente donazione al fondo per le cerimonie inaugurali, ma da quanto Filosa scrive nella missiva, si sa che aveva incontrato Trump la settimana prima del suo insediamento.
Dalle parole di Filosa si apprende che Elkann “ha condiviso l'entusiasmo per il forte impegno di Trump nei confronti dell’industria automobilistica americana”. D'altra parte, nel giorno del giuramento il presidente aveva sottolineato la volontà di sostenere il settore manifatturiero dicendo che “faremo dell’America una nazione manifatturiera di nuovo”. Soffermandosi poi sull'industria automobilistica, aveva ringraziato i lavoratori per il loro voto e aggiunto: “Torneremo a costruire automobili in America a un ritmo che nessuno avrebbe potuto sognare solo pochi anni fa".
L’Italia guarda con attenzione alle mosse di Stellantis, soprattutto dopo la chiusura dell’anno appena trascorso, che ha visto una forte riduzione dei volumi prodotti in Italia: meno di 500 mila vetture. Dopo le dimissioni dell’ex amministratore delegato Carlos Tavares si è aperta una nuova fase per la casa automobilistica e ora si attende la nomina del suo successore. Tra i mercati su cui servirà recuperare quota ci sono anche gli Stati Uniti, dove Stellantis ha ridotto le vendite (-15 per cento nel 2025 rispetto all'anno precedente).
L'investimento rappresenta un'occasione per risollevare i rapporti con i sindacati, dopo le tensioni dello scorso anno tra il più grande sindacato americano nel settore automobilistico, Uaw (United Auto Workers) e la casa automobilistica. Alla base della contesa c'erano anche mancati investimenti annunciati e poi rimandati, così come la mancata conversione dell’impianto di Kokomo, nell’Indiana, che doveva diventare una fabbrica di batterie.
Negli Stati Uniti la casa automobilistica di Elkann ha circa 66 mila dipendenti e 12 stabilimenti per l’assemblaggio, sei per i motori, tre per la trasmissione e sette per la lavorazione meccanica. I nuovi investimenti – che dovrebbero essere pari a 5 miliardi – riguarderanno la produzione di un pick-up di taglia media a Belvedere, Illinois, la produzione di prossima generazione del Dodge Durando al Detroit assembly complex, la spinta su “tecnologie aggiuntive e forti azioni sui prodotti per Jeep Wrangler e Jeep Gladiator nel Toledo Assembly Complex” e la produzione del motore Hurracane 4 in Indiana, "garantendo che gli Stati Uniti saranno la sede di produzione di questo propulsore strategico".
Il primo passo per recuperare terreno è stato fatto. John Elkann e Donald Trump sembrano andare nella stessa direzione, come dichiara la Casa Bianca su X: “Sotto la leadership del presidente Trump, Stellantis sta portando 1.500 posti di lavoro in Illinois, riaprendo Belvedere e investendo a Detroit, in Ohio, e in Indiana. La rinascita manifatturiera americana è qui. Benvenuti nell’età dell’oro”.