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Editoriali

La buona mossa di Bayrou sul fine vita

Redazione

In Francia si fa chiarezza, separando in due testi diversi il progetto di legge sull'eutanasia: aiuto a morire e palliative non sono una cosa sola

La dissoluzione dell’Assemblea nazionale francese il 9 giugno scorso aveva improvvisamente messo fine anche alla discussione parlamentare del progetto di legge sul fine vita. La ripresa del testo da parte di François Bayrou, ampiamente commentata dai quotidiani francesi del 23 gennaio, ha però riservato una sorpresa: non si tratterà più di un testo unico ma di due testi distinti. Il primo dedicato completamente all’implementazione delle cure palliative, il secondo invece destinato a delimitare il soggetto della morte medicalmente assistita. Non stupiscono le reazioni opposte alla decisione: da un lato i curanti, principalmente medici e infermieri, nella maggior parte già fermamente contrari al testo promosso dal presidente Macron, hanno espresso grande soddisfazione.

Dall’altro lato i sostenitori del suicidio assistito e dell’eutanasia vedono cadere il loro tentativo di confondere le due strade, quella delle cure palliative e quella della morte assistita e hanno quindi mostrato forte delusione. Cosa significa infatti separare i due testi? Il primo ministro Bayrou ha affermato che riunire i due soggetti in un unico testo avrebbe generato sui parlamentari una forte pressione inducendo coloro che avrebbero votato contro l’aiuto attivo a morire a temere di nuocere così anche alle cure palliative. In poche parole si sarebbe potuto pensare che per salvare le cure palliative si fosse obbligati a introdurre “un diritto a morire”. La coraggiosa decisione di Bayrou va nella giusta direzione, introducendo un elemento nuovo ma da tempo sottolineato da chi rispetta la definizione di cure palliative: queste ultime “non accelerano né ritardano il decesso” ma si limitano a sollevare il paziente dai sintomi che lo affliggono al termine della vita. Considerare la medicina palliative e l’aiuto attivo a morire una cosa sola, da trattare in un unico testo di legge, avrebbe solo alimentato la gran confusione sia dei parlamentari chiamati a votare sia dei cittadini, introducendo un pericoloso precedente anche per altri paesi.

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