editoriali
Kinshasa sotto assedio
In Africa centrale il conflitto è anche sull’influenza di Francia e Turchia
La drammatica escalation nell’est della Repubblica Democratica del Congo si intreccia con una nuova incursione di Erdoğan nel cuore dell’Africa, dove la Francia fatica sempre più a mantenere la propria influenza. Il conflitto che vede opporsi, dal 2012, il governo di Kinshasa ai ribelli tutsi del Movimento del 23 Marzo (M23), sostenuti dal Ruanda, affonda le sue radici in dinamiche complesse. In Europa appare difficile decifrarne le motivazioni politiche, ma diventa più chiaro considerando che nella regione contesa del Nord Kivu si trovano ricchi giacimenti di coltan, materiale essenziale per la produzione di dispositivi elettronici. I combattimenti, che riaccendono tensioni storiche, hanno subito una recrudescenza a partire dal 2022. Già nel dicembre di quell’anno, il presidente francese Macron aveva intimato al suo omologo ruandese Kagame di interrompere ogni rapporto con l’M23, minacciando sanzioni. Ad agosto scorso, aveva rinnovato le pressioni, fino a lanciare un ulteriore avvertimento durante la recente visita a Parigi del presidente angolano João Lourenço. Questo incontro rappresenta un tentativo della Francia di espandere la propria influenza nell’area lusofona, nel tentativo di compensare il declino dei rapporti in Africa occidentale, dove le giunte militari sostenute dal gruppo Wagner hanno ridotto il peso di Parigi.
La situazione, però, è paradossale: da un lato, Kinshasa accusa la Francia di essere filo-Ruanda; dall’altro, Kagame imputa a Parigi responsabilità per il genocidio del 1994. Intanto, l’M23 è tornato all’offensiva, conquistando le città di Mumbambiro e Sake e avvicinandosi pericolosamente a Goma, capoluogo del Nord Kivu. L’emergenza ha spinto il presidente congolese Félix Tshisekedi a interrompere la sua partecipazione al Forum economico di Davos per rientrare a Kinshasa. Ed ecco che entra in scena Erdoğan. Dopo aver esteso la sua influenza in Siria e Libia e aver appena mediato tra Etiopia e Somalia, il presidente turco si dice pronto a intervenire.